“La decisione di sospendere la zona gialla ha portato i suoi frutti. La scelta su quando ripristinarlo spetta al governo, ma credo che una riapertura troppo rapida e allargata rischi di farci tornare in una condizione difficile. Basta vedere cosa è accaduto in Sardegna, passata dal bianco al rosso in poco più di un mese”: Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico e presidente del Consiglio superiore di sanità, dice oggi in un’intervista a La Stampa che le riaperture sono ancora lontane.
“Cosa riapre dal 26 aprile 2021? La zona gialla ha i suoi rischi”
Locatelli non sembra molto confidente sulla possibilità di valutare cosa riapre il 26 aprile. Spiega: “Bisogna valutare con attenzione, evitando salti in avanti. Personalmente, ritengo che si
potrebbe, ad esempio, immaginare una prima riapertura selettiva, solo per determinate attività, magari per quelle che hanno spazi all’aperto e che, quindi, hanno un profilo di rischio diverso dal punto di vista del contagio».
Secondo Locatelli i numeri dell’epidemia attualmente non garantiscono tranquillità. Per questo la domanda cosa riapre dal 26 aprile 2021 è malposta. La riapertura “sarà progressiva, da tre settimane abbiamo un miglioramento degli indici epidemici più stretti, ormai abbiamo solo due regioni con un’incidenza cumulativa a 7 giorni superiore a 250 casi su 100mila abitanti. E, negli ultimi quattro giorni, abbiamo visto una riduzione dei ricoverati in terapia intensiva, dato che mi aspetto si consolidi ulteriormente la prossima settimana. Per ultimo calerà il numero dei morti. Certo, i parametri scendono più lentamente rispetto al passato, perché la variante inglese, ora prevalente nel Paese, è più contagiosa. Ma incrementando le vaccinazioni di anziani e fragili rafforzeremo questa tendenza positiva».