Mentre il centrosinistra trova la quadra a Napoli proponendo l’ex ministro Gaetano Manfredi come candidato sindaco e a Milano si prepara a bissare l’operazione (leggi l’articolo), a Roma la coalizione non solo non trova alcuna intesa ma continua a darsele di santa ragione. Dopo che il tribunale amministrativo del Lazio ha bocciato l’ordinanza con cui il governatore Nicola Zingaretti ordinava al Campidoglio e ad Ama, l’azienda comunale che si occupa di nettezza urbana, di trasmettere entro 30 giorni un piano impiantistico, il dem non si arrende e lancia un nuovo guanto di sfida all’amministrazione Raggi.
“La delibera approvata in Giunta è conseguente alla sentenza del Tar e ne recepisce il dispositivo. Ora abbiamo 60 giorni di tempo per trovare una soluzione condivisa sui punti che anche il Tar reputa oggettivi come la mancanza di un piano impiantistico, anche alla luce del Piano di Gestione della Regione Lazio, volto a garantire l’autosufficienza di Roma Capitale” ha fatto sapere ieri Zingaretti presentando la delibera che in caso di mancato rispetto dei termini da parte del Campidoglio farà scattare i poteri sostitutivi della Regione, ossia il commissariamento di Roma.
Uno scontro surreale, per di più tra due forze che praticamente in tutta Italia viaggiano a braccetto, a cui si è immediatamente accodato il candidato sindaco del Pd, Roberto Gualtieri, che non sembra perdere occasione per attaccare Virginia Raggi. Secondo il dem “la Giunta di Roma che ha festeggiato prematuramente la sentenza del Tar senza averla letta, ora leggesse la delibera della Regione perché c’è urgenza di dare una risposta per evitare che Roma sia sommersa dai rifiuti”
Una curiosa presa di posizione da parte del Partito democratico che, per l’ennesima volta, tira dritto e rifiuta la proposta di cooperazione che, anche ieri, è stata fatta pervenire dal Campidoglio. “Ci daranno al massimo 60 giorni e poi scatteranno i poteri sostitutivi? Io ora mi faccio una grande risata perché nessuna delibera può ordinare ad un altro ente di fare qualcosa” ha spiegato l’assessora capitolina ai Rifiuti, Katia Ziantoni replicando alla delibera della Regione Lazio (leggi l’articolo) che dà 2 mesi di tempo a Roma, alla Città Metropolitana e alla Provincia di Latina per individuare nei rispetti territori uno o più siti dove realizzare la discarica di servizio pena il commissariamento.
“Noi aspettiamo con ansia il Commissario oppure il prossimo candidato del Pd che dirà: noi domani la discarica la facciamo qui in questo punto. La Regione Lazio continua a giocare, visto che noi il piano impiantistico lo abbiamo già consegnato molte settimane fa, dove sono indicati tutti gli impianti”. Secondo la grillina “di fatto la Regione Lazio sta facendo solo campagna elettorale” a differenza di Roma Capitale che “la sua parte l’ha già fatta” trasmettendo a Zingaretti “il piano industriale che prevede gli impianti di cui la città ha bisogno e tutte le opere che devono essere realizzate sia per il differenziato che per l’indifferenziato”.
Poi, togliendosi i sassolini dalle scarpe, la grillina ha concluso ricordando che “la crisi che si è generata non è dovuta alle nostre competenze ma alla chiusura delle due discariche, una di Colleferro voluta dalla Regione con un anno di anticipo, l’altra è quella di Rocca Cencia chiusa per la mancanza di ampliamento”.