“Zero investimenti e tagli al personale, a rischio i progetti per la ricerca”: parla la coordinatrice Flc Cgil per il Cnr, Ripamonti

Sui tagli alla ricerca parla la coordinatrice Flc Cgil per il Cnr, Ripamonti: "In manovra troppo poco per la stabilizzazione dei precari".

“Zero investimenti e tagli al personale, a rischio i progetti per la ricerca”: parla la coordinatrice Flc Cgil per il Cnr, Ripamonti

Di questi giorni la mobilitazione per la stabilizzazione dei precari del Cnr che, tra assegnisti e contratti a tempo determinato, si attestano attorno circa ai 4000. Parte della sede nazionale del Cnr è occupata dal 28 novembre e a inasprire il clima è l’assenza, a detta dei sindacati di settore, di risorse in legge di bilancio per risolvere questo annoso problema. Marilena Ripamonti, coordinatrice nazionale Flc Cgil per il Cnr, è in prima linea in questa battaglia sposata da molti leader dell’opposizione e sindacati. Tra questi Conte, Schlein e Landini che non hanno mancato di recarsi sul posto in segno di solidarietà.

Dottoressa Ripamonti, cosa c’è (o cosa non c’è) nella legge di Bilancio 2025 che porta alla mobilitazione a sostegno dei precari del Cnr?
“Ci sono alcuni punti preoccupanti per gli enti pubblici di ricerca nella legge di Bilancio 2025, che non solo non prevede investimenti per la ricerca pubblica, ma impone agli Epr il limite del 75% del turnover per nuove assunzioni. Un taglio che riduce il personale della ricerca, mettendo a rischio progetti fondamentali in un momento di crisi in cui invece sarebbe fondamentale investire maggiormente nella ricerca sia per affrontare le questioni attuali (es. cambiamento climatico, intelligenza artificiale, …) che come volano per il il futuro scientifico e tecnologico del nostro Paese. Invece mancano, oltre ad investimenti strutturali per la ricerca pubblica in generale, ulteriori investimenti finalizzati alla stabilizzazione del personale precario che da anni, spesso molti anni, lavora negli Enti ed in particolare al Cnr. Anche grazie ai fondi del Pnrr, il Cnr ha recentemente avviato progetti e infrastrutture essenziali per il Paese, ma molti dei lavoratori coinvolti in queste iniziative vedono il proprio futuro professionale limitato da contratti precari che scadranno nel prossimo anno. Per questo abbiamo chiesto alla politica che nella Legge di Bilancio in discussione siano previsti appositi stanziamenti di fondi ed abbiamo contestualmente chiesto alla presidente del Cnr, di dare avvio alla procedura per la stabilizzazione per quei Precari che ne hanno diritto, secondo il D.lgs 75/2017, la cosiddetta Legge Madia”.

La trasformazione di cui si parla degli assegni di ricerca in contratti di ricerca non è forse una soluzione migliorativa?
“Sicuramente i contratti di ricerca rispetto agli assegni di ricerca sono molto più tutelanti dal punto di vista sia economico che dei diritti, ma sono molto più costosi e hanno durata minima biennale, cosicché solo alcuni tipi di progetto ne permettono l’attivazione. Questo significa che senza finanziamenti adeguati il ricorso ai contratti di ricerca comporterà la riduzione del numero di unità di personale che potranno essere impiegate sui progetti di ricerca. Inoltre è necessario rivedere alcuni aspetti del contratto di ricerca, tutt’ora in discussione, che ad oggi non prevede la possibilità di stabilizzazione. Va anche detto che negli Epr la normativa già da tempo prevede la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato, con tutele e riconoscimento economico pari a quello del personale a tempo indeterminato, e la possibilità di riconoscimento ai fini della stabilizzazione. Di fatto, nel settore ricerca per i contratti di ricerca dobbiamo ancora parlare di work in progress”.

C’è staro l’ok all’emendamento congiunto PD-AVS-M5S per la stabilizzazione dei precari del Cnr. Cosa ne pensa?
“Sicuramente è un traguardo importante che ci permette di dare inizio alla procedura di stabilizzazione, ma non sufficiente per tutti i precari che secondo la norma (Dlgs 75/2017 ancora in vigore) ne hanno diritto”.

Come trova il disegno di legge della ministra Bernini sulla riforma delle figure “precarie” della ricerca e della didattica universitaria?
“Il disegno di legge n° 1240 presentato dalla ministra Bernini, prevede la riforma del pre-ruolo universitario ma ha effetti anche sugli Enti di ricerca. Come Flc Cgil abbiamo da subito criticato questo disegno di legge poiché moltiplica le figure precarie con minor salario e senza i diritti tipici del rapporto di lavoro (previdenza, malattia, liquidazione), e attraverso una successione temporale fra le varie figure previste di fatto allunga notevolmente il periodo di precariato, trasformandolo in una sorta di messa in prova diluita per anni o addirittura di progressiva e protratta selezione. Sicuramente una misura che va in direzione opposta alla dichiarata volontà di rendere attrattivo il sistema ricerca italiano e che, anzi, non farà altro che alimentare la “fuga di cervelli” depauperando il Paese di competenze e professionalità che ci rendono competitivi a livello internazionale”.

Come avete trovato le risposte della presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza alle vostre richieste? Non più di qualche settimana fa si è presentata all’assemblea permanente che avete indetto, proprio in segno di ascolto.
“Durante l’assemblea del personale Cnr che si è svolta il 28 novembre, su pressante invito delle organizzazioni sindacali e del Coordinamento dei precari uniti Cnr, la presidente del Cnr si è brevemente intrattenuta per ribadire che il Cnr non ha alcuna intenzione di avviare il processo di stabilizzazione, cui la presidente preferisce il turnover, soluzione che però appare impraticabile sia per i tempi che le procedure richiedono, sia per i numeri di posizioni che ragionevolmente l’ente può bandire nell’attuale situazione di finanziamento. L’assemblea ha giudicato insoddisfacente la sua risposta, che di fatto determina la chiusura senza prospettive di molti contratti precari con il risultato di mandare a casa la maggior parte del personale precario. Per questo motivo, l’assemblea ha deciso di trasformarsi in assemblea permanente e presidiare il Cnr”.

Ad Atreju, da parte della presidente Meloni, sono arrivati attacchi diretti al segretario della Cgil Landini colpevole di “incitamento alla rivolta sociale”. Cosa pensa delle parole della premier?
“Io sono la coordinatrice Flc Cgil al Cnr e ritengo corretto rispondere alle domande che riguardano le lavoratrici e i lavoratori del Cnr”.