In breve, l’America ha scaricato Zelensky dopo averlo illuso e non ha neppure voluto indicare una data per l’entrata di Kiev nella Nato. Stento a crederci.
Ezio Bellanti
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Gentile lettore, mi sembra che i titoli de La Notizia di ieri fossero molto espliciti: “La Nato frega Zelensky”; “Bidone Usa a Zelensky”. I nodi vengono al pettine. Era ingenuo credere che gli Usa spendessero migliaia di miliardi per “difendere la democrazia” (ad anni alterni la “difendono” o la “esportano”, dipende) appoggiando un regime seminazista. Rivolta lo stomaco anche il cinismo dei servi Nato e del capo maggiordomo Stoltenberg, che ieri ha detto: ““La cosa più urgente ora è assicurare la vittoria dell’Ucraina. Se l’Ucraina non vince, la sua adesione alla Nato sarà fuori questione.” Tradotto: fatevi massacrare se volete la carota, avanti con la guerra fino all’ultimo ucraino. Questi sono veri criminali. E del resto – l’ho scritto non so quante volte – gli Usa hanno sempre fatto così: coi vietnamiti, i curdi, i filippini (arruolati per combattere contro i giapponesi nel 1940 e poi a fine guerra lasciati senza stipendio e senza pensione), e anche coi regimi “amici”: lo Shah di Persia Reza Palevi, il presidente filippino Marcos, il generale argentino Videla durante la guerra delle Faulkland/Malvinas e via dicendo. Insomma Zelensky, invece di studiare recitazione, avrebbe dovuto studiare Storia moderna. Si sarebbe imbattuto nella frase di Henry Kissinger: “Essere nemico dell’America può essere pericoloso, ma essere amico dell’America è fatale”. Infatti l’Alleanza atlantica forse cambierà nome e si chiamerà “Nato Morto”
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