Dopo la rissa in mondovisione nello Studio Ovale della Casa Bianca tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, il presidente ucraino sta facendo di tutto per riallacciare i rapporti con il leader degli Stati Uniti. A margine del suo viaggio nel Regno Unito per incontrare gli alleati europei, il leader di Kiev ha teso la mano al tycoon, ribadendo che per l’Ucraina “gli USA sono un partner strategico” e dichiarandosi certo “che la nostra relazione continuerà”.
In un’intervista rilasciata al Guardian e alla BBC, Zelensky ha poi aggiunto che “l’accordo sulle terre rare” con gli Stati Uniti, naufragato a seguito dello scontro televisivo tra i due leader, “è pronto per essere firmato”.
Il presidente ucraino ha inoltre sottolineato la difficoltà di “condurre trattative delicate in pubblico”, spiegando che, a suo avviso, quel formato “non era giusto”, poiché “i nemici possono trarre vantaggio” da eventuali disaccordi tra alleati. Infine, ha rivolto un appello a Trump affinché possano esserci ulteriori colloqui “costruttivi” sul futuro delle relazioni tra i due Paesi.
Dopo la rissa in mondovisione, Zelensky tende la mano a Trump e si dice pronto a firmare un accordo sulle terre rare. Ma Washington lo gela: “La questione non è più sul tavolo”
Tuttavia, l’apertura di Zelensky è stata immediatamente respinta dagli Stati Uniti. In merito al potenziale accordo sulle terre rare – ossia i minerali preziosi che Trump pretende come risarcimento per gli ingenti investimenti americani a sostegno dell’Ucraina negli ultimi anni – Washington ha chiarito che la questione “al momento non è sul tavolo”.
A gelare il leader ucraino è stato il segretario del Tesoro statunitense, Scott Bessent, che, intervistato dalla rete CBS, ha dichiarato senza mezzi termini: “Tutto ciò che il presidente Zelensky doveva fare era venire a firmare questo accordo economico e dimostrare ancora una volta che non c’era grande differenza, nessuna differenza, tra il popolo ucraino e il popolo americano. Ha scelto di mandare tutto all’aria”.
Uno stop che rischia di avere pesantissime conseguenze sulla resistenza ucraina. Secondo quanto rivelato dal New York Times, infatti, oggi il presidente Trump discuterà con alcuni alti funzionari – tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth – eventuali rappresaglie contro l’Ucraina. Tra le misure sul tavolo, ci sarebbe la sospensione o addirittura l’annullamento degli aiuti militari americani a Kiev, comprese le ultime spedizioni di munizioni e attrezzature già autorizzate e finanziate durante l’amministrazione di Joe Biden.