Davanti al crescente timore che Donald Trump possa decidere per il disimpegno americano dal conflitto ucraino, causando la probabile sconfitta di Kiev contro Mosca, il presidente Volodymyr Zelensky ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Secondo il Financial Times, il leader dell’Ucraina, ben conscio dell’importanza di sfruttare al meglio le proprie carte con il presidente eletto, avrebbe presentato a Trump il suo noto “piano della vittoria”, arricchito da due clausole pensate specificamente per suscitare l’interesse del nuovo inquilino della Casa Bianca.
Stando a quanto riporta il prestigioso quotidiano, citando fonti ucraine a conoscenza del dossier, le novità riguardano potenziali accordi commerciali tra Usa e Ucraina, l’accesso prioritario alle materie prime dell’ex repubblica sovietica e, al termine del conflitto, il dispiegamento di truppe ucraine in Europa per sostituire parte del contingente americano che assicura la difesa del continente dalle minacce esterne. Proprio la possibilità di accedere alle ingenti risorse del Paese e, soprattutto, di ridurre l’impegno americano in Europa sarebbero punti che, secondo quanto riferiscono funzionari americani, avrebbero stuzzicato l’interesse di Trump. Ma non è tutto.
Zelensky si è detto anche aperto a ulteriori modifiche del suo “piano di vittoria”, da concordare proprio con il presidente eletto in un faccia a faccia che potrebbe tenersi già nelle prossime settimane.
Zelensky e gli ucraini hanno ancora fiducia nella vittoria
Quel che è certo è che la “pace a ogni costo” di Trump sta mettendo in apprensione il popolo ucraino. A esprimere questa preoccupazione è stato il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, che in un video ha dichiarato: “Il nuovo presidente degli Usa ha promesso di mettere fine alle guerre nel mondo. Le persone si chiedono: come lo farà e a spese di chi? C’è molta ansia nella società ucraina: non sarà forse a scapito di nuove vite in Ucraina? Tuttavia, speriamo che il neo eletto presidente ascolti la voce della nostra Patria e ci aiuti a vincere questa guerra”.
La popolazione ucraina, nonostante le difficoltà sul campo di battaglia, sembra ancora credere nella vittoria. Secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, la percentuale di ucraini a favore di concessioni territoriali per porre fine alla guerra è rimasta al 32% dalla scorsa primavera, mentre il 58% è ora categoricamente contrario, con un incremento di tre punti percentuali rispetto a maggio.
Le nuove alleanze dello zar
Dati che sembrano scontrarsi sia con le notizie dal fronte, dove l’esercito di Vladimir Putin continua ad avanzare lungo tutta la linea, sia con le manovre diplomatiche che lo zar, a dispetto di sanzioni e del presunto isolamento occidentale, sta portando a termine. Durante il recente incontro a Pechino tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, è emerso che Cina e Russia ritengono che la loro “partnership strategica globale” abbia superato la prova dei cambiamenti internazionali, mantenendo “dinamiche di sviluppo sane e stabili”. Hanno concordato che le reciproche relazioni saranno ulteriormente potenziate, in quanto ritenute “un fattore fondamentale di stabilizzazione negli affari internazionali”.
Come se non bastasse, nelle stesse ore, la Corea del Nord di Kim Jong-un ha ratificato un patto di reciproca difesa con la Russia, in base al quale, in caso di conflitto che coinvolga uno dei due Paesi, l’altro sarebbe obbligato a intervenire a sua difesa.
L’Ue tira dritto sul supporto incondizionato all’Ucraina di Zelensky
Con uno scenario internazionale sempre più instabile, l’Unione Europea – che rischia di trovarsi da sola a sostenere l’Ucraina – continua a rifiutare il suo ruolo naturale di “forza mediatrice”, preferendo proseguire su una linea bellicista dagli esiti incerti.
L’ex prima ministra estone, Kaja Kallas, già designata come prossimo Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, ha promesso di opporsi a Russia e Cina, oltre a fornire tutto il sostegno possibile all’Ucraina: “C’è una guerra su vasta scala in corso nel continente europeo, dalla Russia all’Ucraina. Vedo alleanze autocratiche formarsi intorno a noi, molti cambiamenti geopolitici in atto in tutto il mondo, vedo attori come Russia, Cina, Corea del Nord e Iran che cercano di cambiare l’ordine internazionale basato su regole. Dobbiamo essere consapevoli delle minacce e rispondere di conseguenza”, fornendo a Kiev “tutta l’assistenza militare, finanziaria e umanitaria necessaria”. Parole che, inevitabilmente, allontanano ulteriormente le già poche prospettive di pace.