Dopo Roma, Berlino e Parigi, continua senza sosta il discusso tour di Volodymyr Zelensky in Europa. Proprio oggi, infatti, il presidente ucraino arriverà a Londra per vedere il primo ministro britannico Rishi Sunak. “Il Regno Unito è un leader quando si tratta di espandere le nostre capacità a terra e in volo. Questa collaborazione continuerà oggi. Incontrerò il mio amico Rishi. Condurremo negoziati sostanziali faccia a faccia e nelle delegazioni” ha spiegato il leader di Kiev annunciando, a sorpresa, il viaggio a Londra.
Da Parigi la promessa di nuovi carri armati
Un tour con cui Zelensky, temendo di veder meno il supporto europeo, sta cercando di cementificare i rapporti con i suoi omologhi e, soprattutto, con cui sta chiedendo ulteriori armi. Proprio in tal senso ieri ha strappato ulteriori concessioni dalla Francia di Emmanuel Macron che, al termine della cena di lavoro all’Eliseo, ha annunciato l’intenzione di promuovere ulteriori sanzioni alla Russia e ha promesso nuove forniture di armi.
“Nelle prossime settimane, la Francia formerà e attrezzerà diversi battaglioni con decine di veicoli blindati e carri leggeri, fra cui degli Amx-10Rc” è quanto si legge nel comunicato congiunto fra il presidente francese Macron e il suo omologo ucraino Zelensky.
Botta e risposta con il Vaticano
Ma per Zelensky questo viaggio in Europa non è affatto filato liscio. A far discutere, infatti, sono state le sue parole dopo l’incontro in Vaticano con Papa Francesco che gli rappresentava la propria idea di pace. “Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare” spiega il leader di Kiev.
Lo stesso poi ha aggiunto: “Per me è stato un onore incontrare Sua Santità, però lui conosce la mia posizione, la guerra è in Ucraina e il piano deve essere ucraino. Siamo molto interessati a coinvolgere il Vaticano nella nostra formula per la pace”.
Un discorso che non ha fatto piacere in Vaticano tant’è che ieri il Santo Padre lo ha bacchettato spiegando che “con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace”.
A provare a gettare acqua sul fuoco delle polemiche è stato l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrij Yurash, che al Corriere della Sera. Secondo lui tra Bergoglio è Zelensky c’è stato “un colloquio franco e fruttuoso” e la “falsa impressione” che non sia andata così “viene dal fatto che prima dell’incontro le due parti non hanno chiarito le loro rispettive precondizioni, ma in realtà è stato ricco per entrambi”.
“Noi chiediamo che qualsiasi proposta (di pace, ndr) tenga ben presente la situazione sul terreno, oltre alle proposte ucraine e ai principi del diritto internazionale. E non c’è dubbio che la legge internazionale riconosca il diritto alla nostra indipendenza e integrità. Se la mediazione vaticana include i punti del piano di pace ucraino, certo sarà molto bene accetta” precisa il diplomatico.
Conte sta con il Papa e attacca Meloni
“Questa strategia militare, che ha bandito la strategia negoziale, porta solo morte e distruzione. La mediazione di Papa Francesco può in ogni caso aprire un percorso negoziale costruttivo. Una porta che Europa e Italia devono coraggiosamente tenere aperta”. Lo rivela, in un’intervista alla Stampa il leader del M5S Giuseppe Conte.
“Meloni ‘scommette’ sulla vittoria Ucraina, promettendo illimitate forniture militari. In questo modo però si accetta la possibilità di una carneficina senza fine e di una possibile deflagrazione nucleare”. “Temo che lo slancio bellicistico serva a nascondere l’incapacità di affrontare emergenze interne come il caro affitti, i mutui alle stelle, l’inflazione fuori controllo, contratti precari e il crollo del potere d’acquisto di famiglie con stipendi sempre più bassi” ha aggiunto Conte.
“Non voglio fare confronti personali, ma oggi l’Italia, sia a Washington sia a Bruxelles, si sta limitando a seguire indicazioni di altri e non incide su nulla: dall’economia alla guerra, dall’immigrazione alla transizione ecologica. Eppure in campagna elettorale la premier diceva che, con lei al governo, per l’Europa sarebbe finita la pacchia. In verità non tocchiamo palla”.
Il contro-tour cinese per cercare la pace
Mentre Zelensky è in giro per l’Europa a chiedere armi e aiuti militari, a parlare di pace ci riprova la Cina. Da oggi inizia la missione di Li Hui, rappresentante speciale della Cina per gli affari eurasiatici dal 2019 ed ex ambasciatore in Russia, in giro per l’Europa che poi culminerà con il viaggio prima a Kiev e poi a Mosca, per presentare un nuovo piano di pace.
Secondo quanto trapela Li si recherà in Polonia, Francia e Germania. Il governo di Pechino si dice “disposto a continuare a svolgere un ruolo costruttivo per raggiungere un maggiore consenso internazionale sul cessate il fuoco, sulla fine della guerra, sull’apertura di colloqui di pace e per evitare l’escalation della situazione, in modo da dare contribuire alla promozione della soluzione politica della crisi ucraina”.