Zelensky ha capito che con Trump le cose si mettono male e così apre ai negoziati di pace

Zelensky ha capito che con Trump le cose si mettono male e così apre ai negoziati. Intanto Biden prova a blindare il supporto Usa a Kiev.

Zelensky ha capito che con Trump le cose si mettono male e così apre ai negoziati di pace

Più dell’avanzata russa che prosegue lungo tutta la linea del fronte, a preoccupare Volodymyr Zelensky sono le conseguenze, nefaste per l’Ucraina, scaturite dalla vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane. Dopo una campagna elettorale in cui il tycoon ha più volte detto di volersi disimpegnare dal conflitto, arrivando perfino a criticare il leader di Kiev, ritenendolo co-responsabile dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze di Mosca, il team del presidente eletto degli Stati Uniti ha già proposto di congelare il conflitto ucraino e di fornire nuove armi in cambio di un no di Kiev a unirsi alla Nato per almeno 20 anni.

L’indiscrezione arriva dal Wall Street Journal, che cita fonti secondo cui la proposta prevede anche la creazione di una zona demilitarizzata di quasi mille chilometri con una “forza di mantenimento della pace” che non coinvolgerebbe truppe statunitensi né un organismo internazionale finanziato dagli Stati Uniti, come le Nazioni Unite, ma sarebbe integralmente demandata ai Paesi Ue. Si tratta di uno scenario da incubo per Zelensky, che ritiene vitale il supporto americano e, soprattutto, l’adesione dell’Ucraina alla Nato come deterrente per la Russia.

Zelensky ha capito che con Trump le cose si mettono male e così apre ai negoziati di pace

Almeno per il momento, il leader ucraino nelle occasioni pubbliche si dichiara fiducioso della futura collaborazione con il tycoon. “Ho avuto un’eccellente chiamata con il neo presidente americano e mi sono congratulato con lui per la sua storica vittoria schiacciante alle presidenziali”, ha aggiunto, sottolineando che “la sua straordinaria campagna ha reso possibile questo risultato. Ho elogiato la sua famiglia e il suo team per il loro grande lavoro. Abbiamo concordato di mantenere uno stretto dialogo e far progredire la nostra cooperazione. Una leadership forte e incrollabile degli Stati Uniti è vitale per il mondo e per una pace giusta in Ucraina”.

Tuttavia, dimostrando i suoi timori, ha affermato di essere “grato per tutto il sostegno ottenuto dai nostri partner”, aggiungendo che l’Ucraina “è pronta a discutere qualunque idea per cercare di raggiungere una pace giusta per il nostro Paese. Però spetta poi all’Ucraina decidere cosa può o cosa non può essere messo all’ordine del giorno per raggiungere la fine di questa guerra”.

Mosse e contromosse

Ma non è tutto. A preoccupare Zelensky e l’intera Unione europea contribuisce anche il Cremlino, che sembra deciso a sfruttare l’opportunità presentatasi con l’elezione di Trump. Stando a quanto riferiscono fonti di Mosca, per il momento “non ci sono stati contatti tra Vladimir Putin e Donald Trump”, ma non si esclude la possibilità che questi possano avvenire addirittura prima dell’insediamento del neo eletto. Manovre che non sono sfuggite a Bruxelles, dove si è scatenato il panico in vista di un possibile disimpegno americano o comunque una posizione “morbida” nei confronti di Putin.

Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha invocato la linea della fermezza nei confronti di Mosca: “Sappiamo che, se siamo deboli nei confronti dei regimi autoritari, allora mettiamo a rischio l’ordine internazionale”, dichiarando di essere fiducioso “nella società americana che saprà tutelare il proprio interesse”, poiché “se gli Usa sono deboli nei confronti della Russia, che cosa significherà questo per la Cina?”.

La Nato

Ancor più diretto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che ha fatto notare come “il ruolo della Corea del Nord è un esempio di come Cina, Corea del Nord, Russia e Iran siano in grado di cooperare. E questa è sempre più una minaccia, non solo per la parte europea della Nato, ma anche per gli Stati Uniti, perché la Russia sta consegnando le ultime tecnologie alla Corea del Nord in cambio dell’aiuto nordcoreano nella guerra contro l’Ucraina”, con quest’ultime che rappresentano una minaccia “anche per la terraferma degli Stati Uniti”.

“Non vedo l’ora di sedermi con Donald Trump per discutere di come possiamo affrontare queste minacce”, ha concluso Rutte. Così, mentre l’occidente è in preda al panico, il presidente uscente Joe Biden sta lavorando a un programma per inviare diversi miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza all’Ucraina, così da blindare il supporto americano a Zelensky, prima dell’insediamento di Trump e delle conseguenze che questo causerà.