Zelensky è un disco rotto e al vertice di Ramstein chiede altre armi all’Occidente che risponde con l’ennesima pioggia di forniture militari

Zelensky è un disco rotto e al vertice di Ramstein chiede altre armi all'Occidente che risponde con l'ennesima pioggia di forniture militari

Zelensky è un disco rotto e al vertice di Ramstein chiede altre armi all’Occidente che risponde con l’ennesima pioggia di forniture militari

Dopo l’inatteso rimpasto di governo che ha mandato in apprensione l’Occidente e davanti alle difficoltà sul campo di battaglia, Volodymyr Zelensky non ha perso tempo e si è recato a Ramstein, in Germania, per prendere parte alla riunione del Gruppo di contatto della difesa dell’Ucraina, chiedendo “maggiori sforzi” agli alleati. Come già visto, non c’è stato spazio per parole di pace ma soltanto per la richiesta di nuove armi e di concedere il via libera al loro uso sul territorio russo. “Abbiamo bisogno di più armi per cacciare i russi, soprattutto dall’area di Donetsk. Molti di voi, qui, capiscono quanto sia importante per i soldati, sulla linea del fronte, sapere che ci sia un’adeguata fornitura di armi”, ha spiegato il leader di Kiev durante il summit.

L’appello all’occidente di Zelensky

“Il mondo ha abbastanza sistemi di difesa aerea per garantire che il terrore russo non abbia conseguenze, e vi esorto a essere più attivi nel lavorare con noi sulla difesa aerea”, ha aggiunto Zelensky. E ancora: “Sono lieto che Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia siano rappresentati qui a Ramstein. Voglio dirlo apertamente in modo che non ci siano speculazioni: grazie al nostro coraggio congiunto, abbiamo portato a termine operazioni molto importanti, in particolare in Crimea. Queste operazioni ci hanno permesso di riportare la sicurezza nel Mar Nero e di riprendere le nostre esportazioni di prodotti alimentari”.

“Ora sentiamo dire che la vostra politica a lungo raggio non è cambiata, ma vediamo cambiamenti nell’Atacms, nello Storm Shadow e nello Scalp” e per questo, conclude Zelensky, è tempo di concedere “questa capacità a lungo raggio non solo per colpire sul territorio occupato dell’Ucraina, ma anche su quello della Russia, in modo che quest’ultima sia incentivata a cercare la pace”.

Dai leader europei una pioggia di armi per Zelensky

Un appello che è stato accolto con favore dai leader occidentali, che hanno fatto a gara nel ribadire il sostegno incondizionato all’Ucraina e il conseguente stanziamento di nuovi fondi per supportarne la resistenza contro l’invasione russa. Il Regno Unito di Keir Starmer ha annunciato che fornirà altri 650 missili multiruolo leggeri Martlet per potenziare le sue difese aeree, con un pacchetto di aiuti militari del valore di oltre 192 milioni di euro, “come parte dell’impegno del nuovo governo” britannico nei confronti di Kiev. Dal canto suo, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato ulteriori 250 milioni di dollari in forniture militari a Zelensky: “Sono lieto di annunciare che il presidente Joe Biden ha predisposto un ulteriore pacchetto di assistenza alla sicurezza per l’Ucraina di 250 milioni di dollari. Questo pacchetto fornirà maggiori capacità per soddisfare le esigenze in evoluzione dell’Ucraina”.

La posizione italiana

Per quanto riguarda l’Italia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ricordato che “il sistema Samp-T che abbiamo consegnato, e quello che consegneremo spero nel più breve tempo possibile, hanno consentito all’Ucraina di difendersi dagli attacchi missilistici russi. Attacchi che hanno colpito le infrastrutture energetiche, le scuole, gli ospedali, quindi la popolazione civile; non parliamo di un utilizzo militare ma a difesa soprattutto della popolazione civile e della possibilità dell’Ucraina di vivere”.

Ha poi sottolineato come “il presidente Zelensky nel suo intervento ha ringraziato tre paesi: gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Italia per l’aiuto offerto finora soprattutto per la difesa aerea. Quello su cui tutti siamo d’accordo è che dobbiamo fare in modo che questa guerra cessi e finché questo non accade dobbiamo fare in modo che i bambini, le donne, i cittadini ucraini non muoiano e il primo modo di farlo è fermare i missili che ogni giorno cadono su obiettivi civili”. Ha aggiunto inoltre che “tutte le nazioni europee e della Nato, compresa l’Italia, si sono prese in carico la formazione dei soldati ucraini. Noi lo abbiamo fatto in Italia e continueremo a farlo perché fa parte del modo con cui abbiamo deciso di aiutare”.