“Mai cessioni territoriali”. Ormai alla vittoria crede soltanto Zelensky

Zelensky crede nella vittoria e assicura che l'Ucraina non cederà territori per arrivare alla pace: "La Russia può essere sconfitta"

“Mai cessioni territoriali”. Ormai alla vittoria crede soltanto Zelensky

Con un quinto del proprio territorio occupato dalle truppe di Mosca e poche speranze di rientrarne in possesso con le armi, Volodymyr Zelensky continua a ripetere che Vladimir Putin, alla fine della fiera, perderà questa guerra. Il leader di Kiev lo ha ribadito parlando davanti alla Verkhovna Rada, ossia il Parlamento ucraino, in occasione della presentazione – parziale, perché i punti più delicati verranno illustrati ai soli leader dei partiti – del suo “piano di vittoria”. “La Russia deve perdere la guerra contro l’Ucraina.

Non può esserci un congelamento del fronte. Non può esserci alcuno scambio sul territorio dell’Ucraina o sulla sua sovranità”, ha detto Zelensky, aggiungendo che l’Ucraina e i suoi alleati devono “costringere la Russia a partecipare a un vertice di pace ed essere pronta a porre fine alla guerra”. Insomma, ha ribadito che non ci sarà nessuna cessione territoriale per arrivare alla fine delle ostilità, che deve essere raggiunta con un combinato di operazioni belliche “più incisive” e iniziative diplomatiche. Peccato che, al momento, l’esercito sia allo stremo, per via delle poche truppe a disposizione e degli armamenti occidentali sempre più scarsi, e i negoziati con la Russia sembrano essere più distanti che mai.

Zelensky crede nella vittoria e assicura che l’Ucraina non cederà territori per arrivare alla pace: “La Russia può essere sconfitta”

Ma Zelensky vede il bicchiere mezzo pieno e spiega ai parlamentari che “è realistico difendere le nostre posizioni sul campo di battaglia in Ucraina e, allo stesso tempo, è necessario riportare la guerra sul territorio russo, in modo che i russi sentano davvero com’è la guerra e, nonostante la propaganda, inizino a sviluppare l’odio verso il Cremlino”. Quel che è certo è che, se le prospettive militari appaiono difficilmente realizzabili, sembra essere ancor più complicato avviare trattative diplomatiche. Davanti alle dichiarazioni del leader di Kiev, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha bocciato il piano di Zelensky – che finora nessun Paese ha pubblicamente approvato o commentato per quanto riguarda la sua fattibilità – affermando che è “probabilmente lo stesso degli americani”, che prevede di “combattere la Russia fino all’ultimo ucraino”. “Se l’Ucraina vuole veramente ottenere la pace, deve riprendersi dalla sbornia e rendersi conto della futilità della politica che sta seguendo”, ha tagliato corto il fedelissimo di Putin.

Il fronte si scalda ma Zelensky sembra non capirlo

Nel frattempo, in Ucraina si continua a combattere. Mentre l’esercito di Zelensky affronta una fase complessa del conflitto, con le truppe di Kiev che stanno subendo perdite significative sul fronte orientale e quelle di Mosca sempre più vicine a ottenere una vittoria strategica nei pressi del cruciale polo logistico di Pokrovsk, il piano di pace sembra già naufragato. Come accade da giorni, le forze di Mosca hanno conquistato altri due villaggi nell’est dell’Ucraina: Nevskoye, nella regione di Lugansk, e Krasny Yar, in quella di Donetsk.

In tutto questo, mentre l’occidente fatica sempre più a supportare Kiev, il quotidiano Ukrainska Pravda rivela che la Russia ha incassato il sostegno di Kim Jong-un, il quale ha già inviato un contingente di 3.000 soldati della Corea del Nord, che sarebbero stati già dispiegati nelle regioni russe di Bryansk e Kursk.

La solita Nato getta benzina sul fuoco

In tutto questo, la Nato continua a spingere sulla linea bellicistica, chiedendo maggiore supporto a Kiev e l’aumento degli investimenti nella Difesa da parte degli Stati membri. Il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, al termine del faccia a faccia con il primo ministro della Lettonia, Evika Siliņa, ha elogiato la Lettonia, che deve essere presa a modello: “Spendete quasi il 3% del Pil per la difesa, ospitate un gruppo di battaglia multinazionale in cui gli alleati lavorano fianco a fianco per difendere il fianco orientale della Nato, nonché esercitazioni militari per garantire che le forze armate lettoni e alleate mantengano un elevato livello di prontezza e interoperabilità”.

Ma non è tutto. Una fonte Nato, alla vigilia della ministeriale Difesa, nel quadro della quale è prevista una riunione del Consiglio Nato-Ucraina, si è lamentata del fatto che “al momento non tutti gli alleati fanno quanto dovrebbero fare per l’Ucraina”, sottolineando come questo aspetto “debba essere risolto il prima possibile”.