Dal “piano di vittoria” dell’Ucraina, annunciato mesi fa da Volodymyr Zelensky tra i dubbi degli alleati, all’apertura – seppur con forti riserve – dei negoziati di pace con Vladimir Putin. Poco alla volta, le autorità di Kiev sembrano aver preso coscienza della situazione al fronte, a dir poco compromessa, con le truppe di Mosca che guadagnano terreno nel Donbass e l’esercito ucraino costretto a mettersi sulla difensiva per limitare i danni.
Per comprendere quanto stia mutando l’orizzonte politico di Zelensky, basta leggere l’intervista rilasciata all’agenzia di stampa giapponese Kyodo, in cui il leader ucraino ha dichiarato molto chiaramente di lavorare senza sosta per porre fine rapidamente alla guerra con la Russia, puntando sulla restituzione dei territori conquistati da Mosca attraverso la diplomazia. Dopo anni di dichiarazioni roboanti, in cui si ripeteva che l’Ucraina avrebbe vinto, il presidente dell’ex repubblica sovietica ora ammette che la guerra è entrata in una fase “estremamente complicata” e che, per il suo Paese, è difficile riconquistare con la forza alcuni dei territori occupati, inclusa la Crimea: “Il nostro esercito non ha la forza per farlo. Questo è vero. E ora sta a noi trovare soluzioni diplomatiche per riuscirci”. In sintesi, l’idea è quella di sedersi al tavolo dei negoziati con Putin, cercando un accordo che preservi il territorio ucraino.
Per farlo, tuttavia, l’Ucraina potrà negoziare “solo quando sapremo di essere abbastanza forti” da impedire alla Russia di lanciare una nuova aggressione contro il Paese. Il problema è che questa prospettiva, almeno per ora, appare a dir poco utopica, soprattutto considerando l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. A sottolinearlo è l’ex ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista al Financial Times, in cui ha ammesso le difficoltà apparentemente insormontabili al fronte: “Abbiamo i mezzi e gli strumenti per capovolgere la situazione e cambiare la traiettoria di come stanno andando le cose? No, non li abbiamo. E se continua così, perderemo la guerra. Tutti si chiedono cosa l’Ucraina è pronta ad accettare. E io dico: prima trovate la risposta alla domanda su cosa Putin è pronto ad accettare”.
Zelensky ammette le difficoltà sul campo di battaglia e apre ai negoziati con Putin. Ma pretende di riprendere il controllo dei territori occupati dai russi
A peggiorare il quadro sono anche le parole del ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, che sottolinea come l’ex repubblica sovietica abbia urgente bisogno di aiuti. “La nostra capacità industriale nel settore della difesa è di 25 miliardi. L’Ucraina investirà da sola circa 10-14 miliardi di dollari. Ma avremo bisogno di ulteriori fondi dai nostri partner e siamo aperti agli investimenti”, ha dichiarato Umerov. Ha inoltre precisato che i pilastri fondamentali del “piano della vittoria” includono la creazione di nuove riserve di soldati, il rafforzamento della difesa aerea, l’attacco a obiettivi strategici all’interno del territorio russo e la sicurezza delle forniture di armamenti critici, come le munizioni per l’artiglieria. Fondamentale, inoltre, sarà lo sviluppo della capacità industriale di difesa in collaborazione con aziende europee del settore, per garantire forniture stabili. In questo contesto, il sostegno promesso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz appare una “goccia nel mare”.
A sorpresa, Scholz è volato a Kiev per ribadire il suo sostegno all’amministrazione Zelensky, promettendo nuovi aiuti militari per un totale di 650 milioni di euro. Durante la visita, il leader tedesco ha sottolineato: “Per più di mille giorni, l’Ucraina si è difesa in modo eroico contro la spietata guerra d’aggressione russa. Voglio chiarire, con la mia visita, che la Germania rimarrà il più forte sostenitore dell’Ucraina in Europa”. Tuttavia, nonostante le ripetute richieste di Zelensky, il cancelliere si oppone ancora alla cessione dei missili tedeschi a lungo raggio Taurus, temendo che il loro utilizzo possa portare a un’escalation del conflitto. Inoltre, Scholz si mostra freddo sull’accelerazione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, tema che segna una profonda distanza tra Berlino e Kiev. Di fronte a ciò, Zelensky ha dichiarato: “L’invito all’Ucraina a unirsi alla Nato è necessario per la nostra sopravvivenza”.
A complicare ulteriormente il quadro, le ultime notizie provenienti da Mosca segnalano che il presidente Putin ha approvato un bilancio record, destinando il 32,5% delle spese alla difesa nazionale per il 2025, dimostrando l’intenzione di continuare ad alimentare la macchina bellica russa.