Con la situazione al fronte che peggiora sotto la spinta delle forze di Mosca, il governo ucraino di Volodymyr Zelensky torna a chiedere agli alleati di accelerare le forniture militari promesse e di concedere il via libera all’uso delle armi occidentali per colpire obiettivi in Russia. A ribadirlo è stato il neoeletto ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, nel corso di una conversazione telefonica con il segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, a cui ha chiesto il permesso di utilizzare le armi a lungo raggio e anche di accelerare l’iter di adesione dell’Ucraina al Patto Atlantico.
Una richiesta di aiuto disperata che, a Washington, ha trovato l’appoggio di un nutrito gruppo di Repubblicani della Camera, i quali hanno inviato una lettera a Joe Biden per chiedere “la revoca delle restrizioni sull’uso delle armi americane a lungo raggio, compresi i missili Atacms”. “Le insensate restrizioni dell’amministrazione Biden-Harris, unite al lungo rallentamento delle approvazioni e delle consegne di armi critiche, stanno ostacolando la capacità dell’Ucraina di portare questa guerra a una conclusione vittoriosa”, si legge nella lettera firmata tra i tanti dal presidente della Commissione per gli Affari Esteri, Michael McCaul; dal presidente della Commissione per i Servizi Armati, Mike Rogers; dal presidente della Commissione Permanente per l’Intelligence, Mike Turner, e dal presidente del Comitato per gli Stanziamenti alla Difesa, Ken Calvert.
Zelensky ammette le difficoltà al fronte e chiede aiuto agli alleati. Ma i leader occidentali gli chiedono di iniziare a pensare a un piano realistico per chiudere la guerra
Parallelamente, anche metà dell’Unione Europea ha già tolto, o sta pensando di togliere, i paletti sull’uso delle armi fornite a Kiev. Ma dietro alle dichiarazioni sprezzanti degli Stati Uniti e dei Paesi dell’UE che a parole dicono di sostenere l’Ucraina finché ce ne sarà bisogno, secondo quanto scrive il Wall Street Journal, si celerebbe il pressing su Kiev affinché formuli “un piano B” con “obiettivi realistici” per chiudere la guerra con la Russia. Quel che è certo è che, mentre in Occidente si dibatte sull’opportunità di concedere l’autorizzazione all’uso delle armi sul suolo russo, per Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, tale decisione “probabilmente è già stata presa” e dovrà solo “essere formalizzata”, con Mosca pronta a rispondere “in modo appropriato” alla potenziale minaccia.