Con il rinnovato vigore dell’esercito di Mosca che spinge lungo tutta la linea del fronte, cadono uno dopo l’altro i villaggi del Donbass, l’ultimo dei quali è Stepanovka, nella regione di Donetsk. Un’avanzata che appare sempre più difficile da contenere, con l’esercito ucraino di Zelensky ormai assestato sulla difensiva e costretto a continui arretramenti. La situazione sta tenendo in apprensione l’amministrazione dell’ex repubblica sovietica, dove, senza urgenti e cospicui aiuti dall’Occidente, inizia a farsi largo il timore per un collasso del fronte difensivo.
Proprio per questo il presidente Volodymyr Zelensky, preoccupato per le dichiarazioni di Donald Trump, che lasciano presagire un possibile disimpegno dal conflitto, è tornato a chiedere supporto agli alleati: “Ci stiamo difendendo costantemente dagli attacchi russi e abbiamo bisogno di una protezione efficace contro questo terrore. Continuiamo a ripetere che l’Ucraina ha bisogno di più sistemi di difesa aerea, della capacità di distruggere i mezzi di terrore in territorio nemico, di pacchetti di difesa e di una maggiore pressione sanzionatoria sulla Russia”. Una richiesta, postata su X, con cui il leader di Kiev intende sollecitare i leader occidentali, soprattutto il presidente americano uscente Joe Biden, affinché facciano di tutto per blindare il supporto all’Ucraina e garantirne la continuità nel lungo periodo.
Ma la fretta di Zelensky non è solo legata all’effetto Trump – che si preannuncia come un ciclone destinato a mutare profondamente l’ordine internazionale – perché, come da lui stesso ricordato, “nelle ultime 24 ore” le truppe di Mosca “hanno bombardato le regioni di Donetsk, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Kharkiv, Luhansk, Kherson, Sumy e Chernihiv, utilizzando artiglieria, droni e bombe aeree guidate”, colpendo anche la città portuale di Odessa con “un massiccio attacco combinato con missili e droni”.
Tra Zelensky e Putin è gelo
Una richiesta di aiuto disperata che non sembra aver scalfito il tycoon americano. Parlando al gala dell’America First Policy Institute in Florida, Trump ha ribadito indirettamente che “la guerra tra Russia e Ucraina deve finire” il prima possibile.
Stando a quanto riportato dalla BBC, il presidente eletto intende portare a termine questo obiettivo nelle settimane immediatamente successive al suo insediamento alla Casa Bianca. Del resto, Trump, nello stesso intervento, ha sottolineato che le sue priorità sono altre, come il Medio Oriente, dove ritiene necessario “ripulire le burocrazie corrotte, rotte e fallimentari” e porre fine alle “mutilazioni sessuali dei bambini”.
La prova muscolare della Nato sul fronte orientale
In tutto questo, il patto difensivo siglato tra Vladimir Putin e Kim Jong-un aumenta ulteriormente la tensione. Il leader nordcoreano ha ordinato la “produzione di massa” di droni esplosivi, progettati per colpire deliberatamente obiettivi nemici e presentati ad agosto.
Questi droni potrebbero essere utilizzati direttamente in Ucraina, dove truppe nordcoreane combattono al fianco di quelle russe, oppure venduti a Mosca. Questa mossa ha scatenato le proteste di NATO, Unione Europea e Corea del Sud, che la definiscono l’ennesimo “atto di escalation” che rischia di sfuggire di mano.