Davanti all’avanzata della Russia e con l’ipotesi – tutt’altro che remota – del collasso del fronte difensivo a causa dell’esaurimento delle munizioni occidentali, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha perso la pazienza con gli alleati occidentali esortandoli a difendere l’Ucraina nello stesso modo in cui hanno fatto con Israele.
“Difendendo Israele, il mondo libero ha dimostrato che l’unità tra alleati non solo è possibile ma efficace al 100%”, ha spiegato il leader di Kiev aggiungendo che la stessa cosa “si può fare per difendere l’Ucraina dal terrorismo”, visto che il Paese “proprio come Israele non è un membro della Nato”. Insomma, Zelensky accusa di doppiopesismo i leader occidentali che da un lato difendono direttamente Tel Aviv, pur non facendo parte del Patto Atlantico, mentre dall’altro lasciano sempre più sola Kiev con la scusa di non fare parte della Nato.
Zelensky accusa gli alleati di doppiopesismo
Il presidente ucraino, probabilmente preoccupato dall’andamento della guerra e dalle forniture militari che si sono quasi interrotte, ha poi attaccato lo speaker repubblicano della Camera statunitense, Mike Johnson, per aver presentato una proposta per mettere ai voti, in diversi progetti di legge, gli aiuti per Israele e quelli per l’Ucraina.
Una mossa che potrebbe portare il Congresso degli Stati Uniti a dare il via libera agli aiuti per Tel Aviv, su cui c’è piena intesa tra i politici americani, ma non per Kiev dove persiste il no dei repubblicani. “È strano. Fa pensare che si tratti di pura politica e, ad essere onesti, è una vergogna per il mondo, per la democrazia e per tutti coloro che parlano solo di democrazia”, ha concluso un furibondo Zelensky.