Zaia contro Todde sull’Autonomia: la guerra si sposta alla Consulta

Anche la Sardegna ha impugnato la legge Calderoli sull'Autonomia alla Consulta. Ma il governatore non ci sta: “Così ci danneggia”.

Zaia contro Todde sull’Autonomia: la guerra si sposta alla Consulta

Dopo Puglia, Sardegna e Toscana all’inizio della prossima settimana toccherà alla Campania di Vincenzo De Luca presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro l’Autonomia differenziata. All’appello delle regioni rosse mancherà molto probabilmente l’Emilia-Romagna, a causa delle dimissioni del governatore Stefano Bonaccini eletto all’Europarlamento. Sebbene ogni Regione abbia tarato il ricorso in base alle proprie caratteristiche, è comune a tutte la contestazione di base. Ovvero la legge leghista viola la Costituzione.

Il ricorso della Toscana contro l’Autonomia differenziata

“La Toscana – ha spiegato il suo presidente Eugenio Giani – ha presentato ricorso basandosi su 12 punti: il principale è il fatto che a mio giudizio la legge di Calderoli contraddice lo spirito dell’articolo 116 della Costituzione, perché individua una serie amplissima di materie in modo generale” e “quindi le Regioni con questa legge diventano Regioni a statuto speciale come quelle che già ci sono. Ecco quindi che parliamo di ‘Spacca Italia’”.

Intanto il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, ingaggia – e non è la prima molta – una polemica a distanza con la governatrice sarda Alessandra Todde. Anzi annuncia battaglia sul ricorso presentato dalla Sardegna.

Zaia contro Todde sul ricorso

“Io penso che il Governo non ha bisogno di avvocati difensori e si difenderà davanti alla Corte Costituzionale, ma il Veneto pensa di essere assolutamente danneggiato dal fatto che qualcuno vada a fare ricorso contro una legge che permetterebbe a noi di avviare un progetto di autonomia. E quindi noi diciamo a tutti che la loro libertà finisce dove inizia la nostra, e la nostra libertà vogliamo che sia rispettata, quindi ci presenteremo in Corte Costituzionale ad opporci al ricorso della Sardegna”, afferma Zaia.

“Non si è ancora ben capito quali siano i danni che la legge Calderoli possa fare alla Sardegna – evidenzia il presidente – visto e considerato che danni non ci sono. Vorrei ricordare a tutti che addirittura per le Regioni a statuto speciale e per le province autonome è previsto che la Regione in causa possa chiedere l’applicazione della legge se le conviene oppure no”.

Il giorno prima Todde, illustrando il ricorso della Sardegna, aveva citato proprio il caso del Veneto. “Si è scelta una legge procedurale che semplicemente sancisce il fatto che le Regioni del nord saranno diverse dalle Regioni a statuto speciale e dalle Regioni del sud perché potranno procedere semplicemente per conto loro”.

“Il Veneto – ha detto Todde – si è portato avanti nella richiesta di materie, ma faccio un esempio pratico: pensate alla trattativa con l’Europa, che non è una competenza che comporta la definizione di Lea. Voi pensate veramente che una Regione che può avere forza come la Lombardia o il Veneto possano trattare in Europa in maniera più o meno forte rispetto alla Calabria o rispetto alla Sardegna? Ecco, questo sicuramente non aiuta la sussidiarietà del nostro Paese, quindi anche per questi motivi l’autonomia differenziata va combattuta”.

Autonomia, i dubbi di Forza Italia sul testo Calderoli

Ieri sull’Autonomia poi è tornata a ribadire i suoi dubbi Forza Italia, che sta conducendo anche una battaglia in solitaria sui temi dei diritti rispetto ai suoi alleati. “L’Autonomia differenziata noi l’abbiamo votata, quindi non è che noi abbiamo creato un ostacolo, però vogliamo, visto che ci sono 60 milioni di cittadini italiani, che tutti i cittadini italiani abbiano gli stessi diritti e siano trattati nella stessa maniera”, ha detto il vicepremier, ministro e leader di Forza Italia, Antonio Tajani.

“Ho espresso qualche preoccupazione in maniera trasparente – ha osservato – mai polemica, su quello che riguardano le materie non Lep, in modo particolare quelle di mia competenza del commercio internazionale. Non ci possono essere 15 politiche di commercio internazionale diverse”, ha concluso Tajani.