Se le trattative per la pace sono ferme al palo, la colpa è di Joe Biden che la sta sabotando. Questa la posizione del governo cinese di Xi Jinping che ieri, incassato lo scetticismo di Volodymyr Zelensky sulla possibile telefonata a due per discutere di una tregua, ha deciso di raccontare la propria verità.
A farlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, secondo cui Pechino “ha svolto un ruolo costruttivo. Gli Stati Uniti non solo gettano benzina sul fuoco, ma ostacolano anche gli sforzi di altri Paesi per promuovere i colloqui di pace. Che intenzioni hanno?”.
Il riferimento è alle pressioni della Casa Bianca per far naufragare il piano di pace cinese. Un interrogativo a cui Washington per il momento non ha voluto rispondere. Al contrario poco dopo dagli Usa è arrivata ll’ennesima provocazione visto che nel pomeriggio Pechino ha segnalato una violazione delle acque territoriali delle isole Paracel, contese tra Cina, Vietnam e Taiwan, operata dal cacciatorpediniere statunitense Milius che alza ulteriormente la tensione nell’area.
Ma se gli Usa fanno orecchie da mercante sul piano di pace cinese, l’Ue sembra iniziare a smarcarsi. Ieri l’alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, parlando all’Ansa ha detto che presto andrà a Pechino perché “I cinesi vogliono avere un ruolo diplomatico, non vogliono essere associati totalmente con le azioni militari di Mosca. E visto che la Russia approva i 12 punti di pace della Cina, questo è un ruolo che noi dobbiamo favorire”.