Walter De Benedetto, chi era e che malattia aveva? Le cause della sua morte

Walter De Benedetto è stato uno dei tanti simboli della lotta alla legalizzazione della cannabis a scopi terapeutici.

Walter De Benedetto, chi era e che malattia aveva? Le cause della sua morte

Walter De Benedetto era uno dei simboli della lotta per la legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico. Purtroppo non potrà continuare la sua battaglia, si è spento all’età di 59 anni.

Walter De Benedetto, chi era e che malattia aveva

Walter De Benedetto aveva 59 anni e si è spento dopo una lunga malattia. Il suo nome così come la sua storia sono diventati famosi negli ultimi anni. L’uomo, che viveva a Olmo, nel comune di Arezzo, era malato di una grave forma di artrite reumatoide.

Walter era diventato uno dei simboli della battaglia per la liberalizzazione della cannabis a scopo terapeutico. Infatti, nell’aprile di un anno fa era stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di aver coltivato a casa marijuana: per il gup di Arezzo la produceva e utilizzava a scopo terapeutico per la sua malattia.

“Walter De Benedetto è morto. La prima volta mi parlava del suo fine vita. Si è poi battuto contro la violenza di uno Stato che l’ha processato per la cannabis. Ha vinto la battaglia ma non abbiamo fatto in tempo a vincere con lui per la legge. Andiamo avanti. Grazie Walter”. ha detto Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni.

Le cause della sua morte

De Benedetto era affetto da artrite reumatoide, una malattia rara neurodegenerativa e altamente invalidante. L’uomo aveva scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando di essere stato “costretto a violare la legge per non soffrire”. Nel suo appello rivolto al Quirinale aveva chiesto: “Dov’è il Parlamento? Mi rivolgo a lei perché un anno fa ho provato a rivolgermi alle istituzioni, venendo fino a Roma in un viaggio per me faticoso, ma pieno di speranza”.

Nonostante negli ultimi tempi si fosse aggravato a causa della malattia, trovava il tempo di dedicarsi alla sua battaglia come lo scorso 17 marzo, aveva scritto ancor al Parlamento: “Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine”.

 

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