La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, invece di chiedere uno sforzo diplomatico per la pace in Ucraina, getta benzina sul fuoco proponendo di usare i soldi derivanti dai beni russi congelati per acquistare armi ed equipaggiamenti militari da dare a Kiev.
Von der Leyen, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo, spiega che a suo giudizio è “tempo di discutere dell’utilizzo dei profitti inaspettati dei beni russi congelati per acquistare congiuntamente equipaggiamenti militari per l’Ucraina. Si tratta di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa per la propria sicurezza”.
Von der Leyen soffia sul fuoco sulla guerra in Ucraina
Per la presidente della Commissione europea “non possiamo permetterci il lusso di stare tranquilli, non abbiamo il controllo sulle elezioni o sulle decisioni in altre parti del mondo, con o senza sostegno dei nostri partner, non possiamo permettere che Mosca vinca”.
L’Europa, a suo giudizio, “si deve svegliare in fretta”: “Vediamo la potenza e i pericoli generati da una crescente e inquietante lega di Stati autoritari. La Corea del Nord sta consegnando ordini su ordini di munizioni alla Russia. E l’Iran fornisce droni d’attacco, e soprattutto la tecnologia che li supporta, per infliggere danni indicibili alle città e ai cittadini ucraini”.
A questo si aggiunge la guerra a Gaza e la crisi in Medio Oriente, che indicano “un’era di insicurezza e conflitto”. Per Von der Leyen “qui c’è molto in gioco: la nostra libertà e la nostra prosperità. E dobbiamo iniziare a comportarci di conseguenza”.
Per la presidente dell’esecutivo comunitario il costo dell’insicurezza e di una vittoria russa è “di gran lunga maggiore di qualsiasi risparmio che potremmo realizzare ora. Ecco perché è giunto il momento che l’Europa faccia un passo avanti”. Secondo Von der Leyen, quindi, sulla difesa l’Ue deve “spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo”.
Nelle prossime settimane verranno presentate alcune proposte con una prima “strategia industriale europea per la difesa”, che darà “priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa, proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale”. D’altronde, prosegue la presidente della Commissione, “la minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile. I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati”.