Von der Leyen snobba i Conservatori europei e per Meloni si preannuncia un euro-flop

Von der Leyen snobba i Conservatori europei e Meloni, sempre più isolata, si avvia verso un clamoroso euro-flop.

Von der Leyen snobba i Conservatori europei e per Meloni si preannuncia un euro-flop

Dalle speranze di rivendicare un ruolo di spicco per l’Italia nell’Europa che conta, al rischio di risultare del tutto irrilevante. Questa sembra essere la parabola della premier e leader del gruppo dei conservatori europei (ECR), Giorgia Meloni, che è stata sostanzialmente scaricata dalla presidente della Commissione UE designata, Ursula von der Leyen.

La leader, a caccia di consensi per blindare il suo bis al vertice di Bruxelles, ha tenuto un serrato – e sterminato – incontro con il gruppo dei Liberali di RenewEU, che per garantirle il loro sì alla prossima plenaria, hanno posto come condizione sine qua non che non ci sia alcuna alleanza con le destre, conservatori inclusi. Un vertice durato più di due ore da cui, secondo quanto si apprende da fonti presenti all’incontro, Ursula ha definitivamente chiuso le porte al gruppo ECR con cui, giura, “non ci sarà una cooperazione strutturale”.

Von der Leyen snobba i Conservatori europei e per Meloni si preannuncia un euro-flop

Il motivo per questa giravolta, dopo mesi di flirt con Meloni, è spiegabile proprio dal ruolo del gruppo che quest’ultima dirige, che dopo le recenti elezioni europee si è sciolto come neve al sole. Infatti, i conservatori, dopo l’ottima performance alle urne, erano apparsi in salute tanto da riuscire a sorpassare i liberali, posizionandosi – in modo inedito – come terza forza all’Europarlamento. Peccato che da quel momento in poi, le cose per ECR siano letteralmente precipitate. Prima c’è stato l’inevitabile, quanto scontato, sbarramento da parte di RenewEU, socialisti e verdi, che non volevano alcun accordo con le destre. Poi ci sono stati i dubbi di buona parte dei popolari europei (PPE) che, a parte Antonio Tajani e pochi altri, hanno preferito confermare le antiche alleanze con i liberali e i socialisti per riaffermare l’alleanza Ursula.

Poi, ironia della sorte, è arrivata la batosta finale per Meloni da parte del suo amico Viktor Orbán che, dopo un timido tentativo di traghettare il suo partito Fidesz nei conservatori, ha fondato un suo gruppo: i Patrioti europei. Proprio quest’ultima alleanza, quasi fosse uno tsunami, si è allargata rapidamente decretando la fine del gruppo Identità e Democrazia, che in pochi giorni ha visto passare quasi tutti i suoi partiti al nuovo gruppo a partire dal Rassemblement National francese di Marine Le Pen e dalla Lega di Matteo Salvini, e dopo ha soffiato all’ECR il partito di estrema destra spagnola, Vox. Manovre, quelle di Orbán, che hanno permesso ai Patrioti di superare proprio i conservatori, al terzo posto dei partiti più numerosi a Bruxelles.

Con la mossa di Von der Leyen, Meloni è sempre più isolata

A questo punto c’è da capire quali mosse potrà compiere la leader italiana, che appare sempre più isolata. Stando a quanto trapela, l’idea sarebbe quella di offrire a Ursula un supporto esterno per ottenere in cambio un commissario di peso per l’Italia da rivendere in patria come un “successo”, ma omettendo di dire che in realtà questo ci è dovuto in qualità di Paese fondatore dell’UE.

Il problema è che in ECR non tutti sembrano disposti a seguirla, come ha fatto capire il vicepresidente di Fratelli d’Italia alla Camera, Manlio Messina, affermando: “Non vedo ambiguità. Siamo stati chiarissimi, abbiamo iniziato nell’ultimo periodo un rapporto con la von der Leyen su temi dei quali si parlava ma non si discuteva concretamente. Noi non votiamo una coalizione dove ci sono le sinistre e se chiediamo di avere una commissione di peso lo facciamo sulla base di un dato (…) che conferma che il governo Meloni cresce”.

Diametralmente opposta la ricostruzione fornita da Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, su quanto sta accadendo nell’UE: “Il gruppo ECR di Meloni è sotto tutela in Europa. Non solo von der Leyen li snobba e ha dichiarato che non intende negoziare con loro sul programma, ma addirittura il PPE gli ha scippato la presidenza della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo che gli sarebbe stata assegnata secondo il metodo d’Hondt”. “I partiti al governo in Italia sono isolati in Europa, tra cordone sanitario imposto a Salvini e il veto all’ingresso nella maggioranza europea alla Meloni. Questa è la verità che a Palazzo Chigi fanno di tutto per nascondere”, conclude la pentastellata.