Questa volta si può davvero dire che è andato “tutto come da pronostico”. Infatti, dall’Europarlamento è arrivato il via libera al bis di Ursula von der Leyen, con la leader tedesca che ha ottenuto 401 voti favorevoli, 284 contrari, 15 astensioni e 7 schede nulle. Che l’esito del voto sarebbe stato questo, era chiaro da tempo e così a risultare decisivi sono soprattutto i dettagli che si possono ricavare da questa elezione.
In primo luogo, Ursula ha ottenuto 40 voti in più del necessario, ossia 361. Un successo ma non un trionfo perché, dati alla mano, aveva in pugno 454 preferenze e quindi ci sono stati 53 franchi tiratori. Altro dato rilevante è che il gruppo ECR guidato da Giorgia Meloni, che non aveva dato indicazioni di voto nel tentativo di trattare fino all’ultimo qualche ruolo di spicco a Bruxelles, alla fine ha deciso di bocciare il bis di Ursula. Un No che, secondo fonti dei Conservatori, sarebbe arrivato pure dagli europarlamentari di Fratelli d’Italia.
Il discorso di Ursula
Quel che è certo è che Ursula sapeva di avere la nomina in tasca. Del resto lo aveva fatto capire poco prima del voto, quando ha tenuto il tradizionale discorso in cui, esponendo i punti programmatici che intende conseguire, ha chiesto la rielezione ai 720 eurodeputati.
Un manifesto programmatico che si è aperto con l’impegno a mantenere la rotta sul Green Deal europeo, insistendo sulla necessità di lanciare un piano per l’industria pulita nei primi 100 giorni del mandato: “Questo preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040, che proporremo di inserire nella nostra legge europea sul clima”.
Altro punto rilevante del discorso di Ursula è quello sull’emergenza migranti. Sul punto, von der Leyen ha detto che “rifletteremo su nuovi modi per contrastare la migrazione irregolare nel rispetto del diritto internazionale e garantendo soluzioni sostenibili ed eque per i migranti stessi”. In particolare, “intensificheremo il nostro lavoro sui rimpatri, sulla prevenzione della migrazione illegale e sulla lotta al traffico di esseri umani. Garantirò una maggiore trasparenza nei confronti del Parlamento europeo su tali accordi”.
Una nuova Europa, secondo la presidente uscente della Commissione UE, dovrà dotarsi di un “fondo UE per la competitività” che possa aiutare le “nostre start-up europee che devono trovare modo di crescere in Europa” e nel mondo.
Il manifesto programmatico
Poi l’intero intervento è virato sulla delicata situazione internazionale. La priorità di Ursula, come noto, è il contenimento della Russia e il rafforzamento della sicurezza europea. “Siamo in un periodo di profonda ansia. Sono convinta che l’Europa, un’Europa forte, possa essere all’altezza della sfida ed è per questo che oggi chiedo la vostra fiducia”, ha spiegato la leader annunciando che il supporto all’Ucraina di Volodymyr Zelensky continuerà.
“Non ho dimenticato come Putin ci ha ricattato sulle forniture energetiche, ma abbiamo investito sulle rinnovabili e siamo stati in grado di liberarci dalla dipendenza e garantiremo che l’era della dipendenza dai combustibili russi sia finita una volta per tutte”, ha dichiarato von der Leyen. Ma davanti alla minaccia di Vladimir Putin, secondo Ursula, bisogna aumentare gli sforzi.
“Dobbiamo investire di più in difesa” perché “le nostre spese in difesa sono deboli e poco efficaci, bisogna creare un mercato unico della difesa”. Sempre secondo quanto ha dichiarato in Aula: “È necessario lavorare con gli Stati membri su progetti di interesse comune nella difesa, a partire da uno scudo aereo europeo e sulla difesa cibernetica. Faremo in modo che questi grandi progetti siano aperti a tutti e utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione, sia normativi che finanziari, per garantire che siano progettati, costruiti e distribuiti sul territorio europeo il più rapidamente possibile. Dobbiamo far coincidere le nostre ambizioni con gli investimenti”.
La bacchettata di von der Leyen a Orbán
Un intervento in cui non è mancata una bacchettata, seppur senza citarlo apertamente, al premier ungherese Viktor Orbán: “Due settimane fa un premier di un Paese europeo è andato a Mosca, questa cosiddetta missione di pace, è stato un atto di rinuncia” se non addirittura “una missione di appeasement”.
Ha poi ricordato la brutalità di Mosca, raccontando che “due giorni dopo (il viaggio di Orbán a Mosca, ndr) i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico, era un messaggio per gelare il sangue a noi tutti da parte del Cremlino, la risposta deve essere altrettanto chiara, nessuno vuole la pace più degli ucraini, l’Europa sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario, questo è il nostro messaggio”.
La crisi in Medio Oriente
Nel suo discorso, c’è stato anche spazio per la crisi in Medio Oriente. “Voglio essere chiara: lo spargimento di sangue a Gaza deve finire adesso. Troppi bambini, donne e civili hanno perso la vita a causa della risposta di Israele al brutale terrore di Hamas. La gente di Gaza non può più sopportarlo. L’umanità non può sopportarlo. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato e duraturo. Abbiamo bisogno del rilascio degli ostaggi israeliani. E dobbiamo prepararci per il giorno dopo”.
Secondo von der Leyen: “La soluzione dei due Stati è il modo migliore per garantire la sicurezza di entrambi, sia agli israeliani che ai palestinesi. Le persone in Medio Oriente meritano pace, sicurezza e prosperità. E l’Europa sarà al loro fianco”.
Un discorso che poi si è concluso con un richiamo all’identità europea: “Come a Ventotene negli anni Quaranta, con la pace che è stata costruita sul carbone e sull’acciaio” “ci sono persone che ogni giorno rischiano la vita per questo sogno che si chiama Europa”, questo dimostra quello di cui siamo “capaci quando lavoriamo assieme. Scegliamo la forza, la leadership, scegliamo l’Europa. Lunga vita all’Europa”.
Il commento di M5S: “Da Ursula il libro dei sogni”
“L’intervento di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo è stato un libro dei sogni privo di contenuti. Non ha spiegato come raggiungere la pace in Ucraina e soprattutto come sostenere gli investimenti pubblici dai tagli previsti dal nuovo Patto di Stabilità. Tra le intenzioni e la realtà c’è un abisso. Il programma con il quale siamo stati eletti è agli antipodi dalla transizione militare che vuole questa Europa e quindi con coerenza confermiamo il nostro voto contrario”.
Questa la posizione, espressa in una nota, della delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo che avverte la leader che “al Parlamento europeo saremo sentinelle che lavoreranno per la pace, la giustizia ed equità sociale, la legalità e lo sviluppo sostenibile”.
In aggiornamento