Cominciano ad emergere i primi resti dal mare di Giava dell’Airbus A320-200 dell’AirAsia scomparso domenica scorsa con 162 persone a bordo. Lo ha affermato Bambang Soelistyo, il direttore generale dell’Aviazione civile indonesiana. Il ministro dei Trasporti si sta recando sul luogo del ritrovamento, dove sarebbero stati avvistati anche corpi galleggianti. I rottami dell’aereo, tra cui un seggiolino, dei bagagli, un portellone e uno scivolo d’emergenza, sono stati trovati a 160 chilometri a sudovest di Pangkalan Bun, al largo dell’isola di Borneo.
Soelistyo, parlando poco più tardi con i giornalisti, ha aggiunto che un aereo dell’aviazione militare indonesiana, attraverso i propri sistemi di rilevamento, avrebbe individuato “un’ombra” che ha la forma di un aereo, adagiata sul fondo del mare. A conferma di ciò, anche quanto riferio da acuni funzionari che, scendendo da un elicottero di rientro a Pangkalan Bun, hanno riferito di aver visto diversi corpi galleggiare nelle acque della zona del ritrovamento dei rottami. I corpi sarebbero stati portati su una nave della marina militare indonesiana.
Soelistyo aveva inizialmente confermato il ritrovamento di un solo corpo, ma più tardi la Marina indonesiana ha reso noto che sono stati ritrovati più di 40 corpi, ripescati dala nave da guerra “Bung Tomo”.
Il volo QZ8501, della compagnia indonesiana AirAsia, era scomparso domenica mattina in condizioni meteo difficili durante un volo dalla città indonesiana di Surabaya in direzione Singapore. Più corpi sarebbero stati portati su una nave della marina militare indonesiana, secondo quanto ha detto invece ai giornalisti SB Supriyadi, direttore della ricerca e del soccorso nazionale. Nessuna delle vittime recuperate indossava giubbotti di salvataggio.