L’ispettore di produzione Nando Clemenzi, che è pure segretario nazionale dello Snap, non usa mezzi termini. E in un post su Facebook, condiviso pure dal consigliere d’amministrazione della Rai in quota dipendenti, Riccardo Laganà, punta il dito contro “l’aggressione verbale immotivata e demenziale” a base di “offese personali, insulti irriferibili e minacce”, nei confronti di un collega andata in scena durante la trasmissione Domenica In. Ultimo episodio di una lunga serie, che da tempo si verificano nei programmi di Viale Mazzini, “in balìa dei disturbi umorali di conduttrici e/o conduttori televisivi che si tramutano in inaccettabili e insopportabili discriminazioni”, accusa ancora Clemenzi. Ce l’ha con la “conduttrice del programma”, Mara Venier, che respingendo tutte le accuse ha già annunciato azioni legali.
VICENDA INTOLLERABILE. Ma aspettando la pronuncia del tribunale, il caso è già arrivato sul tavolo della Vigilanza. Il vice presidente M5S della commissione, Primo Di Nicola, ha depositato un’interrogazione al presidente e all’amministratore delegato della Rai, Marcello Foa e Fabrizio Salini, per chiedere chiarimenti proprio a seguito dello “scalpore” suscitato dalle dichiarazioni pubbliche a mezzo social di Clemenzi (riprese da Affaritaliani.it) e condivise pure dal consigliere Laganà che ha, peraltro, sottoposto il caso Domenica In all’attenzione della commissione stabile per il codice etico di Viale Mazzini. Una vicenda ancor più preoccupante, si legge nell’interrogazione di Di Nicola, trattandosi, secondo Clemenzi, di “una situazione non nuova e anzi, ricorrente nei diversi programmi realizzati e prodotti dalla Rai, nel corso dei quali i professionisti in studio sarebbero oggetto di “insopportabili discriminazioni”.
Insomma, prosegue il vice presidente della Vigilanza, “una denuncia pesantissima che necessita di una immediata risposta”. Per questo, al presidente e all’Ad di Viale Mazzini, il senatore M5S chiede se i fatti denunciati da Clemenzi siano stati verificati e se corrispondano al vero. E non è tutto. Dai vertici Rai Di Nicola vuole anche sapere “quali misure intendano adottare o abbiano adottato al fine di preservare la dignità dei lavoratori e dipendenti Rai, salvaguardando al contempo l’immagine dell’azienda e la credibilità del sistema radiotelevisivo pubblico innanzi al Paese”. E, infine, “quali provvedimenti si ritiene di poter adottare al fine di contrastare il realizzarsi di simili episodi”, tenuto conto “delle linee guida aziendali in materia di etica e deontologia professionale e in ossequio alle più elementari norme di buon senso e rispetto civico che si devono rispettare in qualsivoglia contesto lavorativo, a maggior ragione all’interno del servizio pubblico radiotelevisivo”.
SCONTRO VIRALE. Ma non finisce qui. Dalla Vigilanza al Cda, un’altra polemica ha già investito la Rai. Ad accendere la miccia, il consigliere in quota Lega, Igor De Biasio che, in piena emergenza Coronavirus, ha proposto di tenere la riunione odierna del Consiglio di amministrazione a Milano, nella sede di Corso Sempione. Nelle sue intenzioni, un gesto di solidarietà nei confronti dei territori direttamente minacciati dall’epidemia. Che però non è stato per nulla apprezzato dai colleghi: Rita Borioni (Pd) e Laganà hanno fatto già sapere che non parteciperanno. In dubbio, invece, Rossi (FdI) e Coletti (M5S). Taglia corto, il segretario Iv della Vigilanza, Michele Anzaldi: “Il Cda Rai a Milano? Una follia. Va contro le indicazioni del Governo”.