di Stefano Sansonetti
Sulla carta, come tutti i think tank nostrani moltiplicatisi negli anni, vorrebbe dare una “scossa” all’Italia. Un piano che, secondo la solita vulgata, dovrebbe essere portato avanti in modo intellettualmente indipendente, aperto e trasversale. Poi si leggono i nomi e viene il dubbio che la squadra non sia proprio disinteressata. Al centro della scena c’è La Scossa, pensatoio che da qualche anno intende chiamare “a raccolta la generazione chiave per il presente e per il futuro prossimo dell’Italia”. L’ambizione, in altri termini, sarebbe quella di fungere da “lobby dell’impegno civile”. Una cosa è certa: la componente lobby c’è, e pure quella dell’autopromozione. Di recente, per dire, nuovo presidente de La Scossa è diventato Michelangelo Suigo, capo delle relazioni istituzionali di Vodafone. A favorire l’“ascesa” di Suigo è stato tra gli altri Francesco Delzio, fondatore e vero animatore del think tank, responsabile degli affari istituzionali del gruppo Atlantia-Autostrade della famiglia Benetton. Tra i vicepresidenti del pensatoio spicca Stefano Genovese, responsabile delle relazioni istituzionali di Unipol, il colosso assicurativo controllato dalle coop rosse. Come tesoriere, invece, troviamo Gian Luca Petrillo, già consigliere dell’allora ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri. Petrillo, successivamente passato e repentinamente uscito da Microsoft, oggi è capo degli affari regolatori di British American Tobacco (ma sembra destinato a passare a una società del gioco). Insomma, i componenti del gruppo vengono da società che si interfecciano spesso con lo Stato. Vodafone (Suigo) sta trattando con Cassa Depositi e Prestiti lo sviluppo della banda larga. Atlantia (Delzio) ha evidenti interessi nelle concessioni autostradali. Bat (Petrillo) ha spesso come controparte i Monopoli di Stato. Tutti, quindi, hanno interessi da spingere. E immagini personali da promuovere. Può arrivare da qui un’autentica “scossa” per l’Italia?
Twitter: @SSansonetti