Per vivere di rendita, il gioco di parole è semplice, bisogna prima di tutto lavorare sul proprio bilancio, facendo delle proiezioni previsionali sul proprio futuro economico. In particolare, lo stile di vita desiderato, il trasferimento intergenerazionale progettato, la durata prevista dal progetto, il rendimento reale atteso dal portafoglio e la considerazione sui redditi integrativi necessari per garantire la sostenibilità. Rispetto al primo quesito bisogna solo capire quanti soldi escono (2 mila euro al mese è un conto 10 mila e un altro) e su quali redditi si può contare. Chi ha famiglia e figli dovrà scegliere se lasciare o meno qualcosa in eredità. Questo è un punto fondamentale dal momento in cui nel nostro Paese il lascito dei genitori rappresenta un punto di partenza imprescindibile. E in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo questo è ancor più vero. L’età, poi, gioca un ruolo importante. Una cosa è smettere di lavorare a 30 anni, altro è a 50. Più a lungo dura la rendita e maggiori entrate ci vogliono. Ecco, dunque, per poter solo pensare di vivere senza lavorare, pur non essendo ricchi famiglia, occorre pianificare con attenzione, realizzando una sorta di business plan, con alcune avvertenze. Non basta spendere solo la differenza fra rendimento del capitale e inflazione, per avere la certezza di non intaccare il valore reale del capitale.
Sempre secondo Valentini, il ragionamento di per sé non è sbagliato: se si considera mediamente il 3% e l’inflazione è al 2%, non ci saranno perdite se si spende solo l’1% di rendimento reale. Le controindicazioni, però, sono due. Primo, occorre fare i conti con la famiglia e soprattutto con gli eredi. Quella della tranquillità delle generazioni future è la prima preoccupazione per un padre.
Secondo, in questo modo solo i paperoni, come detto all’inizio, possono vivere senza lavorare: se si è in grado di spendere solo l’1% del capitale all’anno, e il budget di spesa è 40mila all’anno, allora 4 milioni di euro non bastano. Ecco che vivere di rendita in questo caso è un lusso che possono permettersi solo in pochi. Non rimane che affidarsi ai sogni, che del resto non costano nulla. In ogni caso, pur rimanendo con i piedi per terra e una volta analizzati tutti i fattori, è possibile dire con un buon grado di attendibilità che se si ipotizzano uscite per 3 mila euro al mese – calcolando anche il costo dell’inflazione – per un vitaliazio che duri 50 anni e con un rendimento dell’1%, bisogna avere da parte 1 milione e 400 mila euro.
Vivere di rendita quindi è difficile per i comuni mortali, quelli cioè che spendono meno di 5mila euro al mese, ma non impossibile. Diventa, invece possibile realizzare una piccola rendita che può integrare i ricavi del lavoro, cambiando lo stesso stile di vita e integrando quella pensione che per il futuro diventerà una chimera.