“La questione non riguarda il merito, ma piuttosto il clima determinatosi in seno alla Commissione contenziosa alla luce dei fatti emersi nei giorni scorsi, anche attraverso gli articoli de La Notizia. Un clima tale da non garantirmi la dovuta serenità per un giudizio così delicato”. Per queste ragioni la senatrice M5S, Elvira Evangelista, ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’organo giurisdizionale di Palazzo Madama che ieri avrebbe dovuto portare alla sentenza sui 771 ricorsi degli ex senatori contro il taglio dei vitalizi scattato dal 1° gennaio di quest’anno.
Cosa intende quando parla di “serenità” non garantita?
“Alla luce di quanto pubblicato dai giornali la settimana scorsa, il nostro Collegio non mi è parso più equidistante dagli interessi in gioco”.
E questa serenità come si ripristina?
“Fossi la presidente del Senato, per sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione, prenderei in considerazione l’idea di rivedere la composizione della Commissione”.
Ma se quegli articoli, tra cui i nostri, non fossero usciti?
“Sarei probabilmente entrata in camera di consiglio e avrei votato in dissenso rispetto ad un eventuale annullamento della delibera perché gli importi dei vitalizi sono stati ricalcolati con metodo contributivo nel rispetto dei principi della proporzionalità – chi meno ha versato in termini di contributi meno percepisce – della prevedibilità e della ragionevolezza, perché l’affidamento dei privati (in questo caso gli ex senatori, ndr) soccombe sempre rispetto ad esigenze pubbliche e di equità sociale legate all’andamento economico del Paese. Del resto l’introduzione del contributivo per i comuni cittadini è coinciso con i diversi periodi di recessione attraversati dall’Italia”.