Il taglio dei vitalizi non si tocca. La conferma arriva dalla presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera che oggi ha firmato la sentenza di primo grado che conferma la sforbiciata agli assegni degli ex deputati, con un ricalcolo sulla base del metodo contributivo.
La misura, spiega l’ufficio stampa di Montecitorio, consentirà un risparmio stimato in oltre 15 milioni di euro per il 2024. Il pronunciamento del Consiglio di giurisdizione riguarda circa 800 ex deputati, per i quali i vitalizi restano agganciati al sistema contributivo introdotto dal regolamento del 2012, con un sistema più simile a quello previsto per tutti i pensionati.
Vitalizi, confermato il taglio
Nella nota si sottolinea come l’unica deroga al sistema contributivo pro-quota è nel caso in cui in base al sistema contributivo i parlamentari (con più legislature) abbiano un assegno di importo superiore a quello previsto dal precedente sistema retributivo: in questi casi la pensione dell’ex parlamentare sarebbe limitata all’importo minore, senza adeguamento al contributivo.
La sentenza, oltre a confermare i tagli ai vitalizi, rinnova anche le mitigazioni, ovvero i casi di ripristino deliberati nella scorsa legislatura per rispondere a esigenze individuali. Il Consiglio di giurisdizione è formato dalla presidente Laura Cavandoli (Lega), da Gianluca Vinci (FdI) e da Debora Serracchiani (Pd). La causa che ha portato a questa sentenza di primo grado è iniziata nel 2019 in seguito al ricorso di alcuni ex parlamentari contro la delibera del luglio 2018 sul taglio dei vitalizi.
La presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera, Laura Cavandoli, rivendica che “con la conferma del taglio ai vitalizi per gli ex deputati, chiudiamo una causa corposa pendente da oltre cinque anni ed ereditata dalla scorsa legislatura. Serviva una risposta chiara e finalmente oggi siamo in grado di darla con una sentenza che restituisce allo Stato oltre 15 milioni di euro per il 2024. Parliamo di fondi pubblici di cui era giusto mettere al corrente soprattutto i nostri cittadini, oltre che i ricorrenti, e che così tornano nel bilancio della Camera dei Deputati”.