Al Senato si torna a parlare di vitalizi. Mentre il disegno di legge approvato a fine luglio dalla Camera resta saldamente lontano dall’Aula, in commissione Affari costituzionali sono stati depositati 224 emendamenti al testo che, nelle intenzioni del suo promotore, il renzianissimo deputato del Pd Matteo Richetti, dovrebbe ricalcolare col contributivo gli assegni di ex parlamentari e consiglieri regionali. Portando le sole Camere a risparmiare, secondo i calcoli del presidente dell’Inps, Tito Boeri, più di 70 milioni di euro all’anno.
A presentare il maggior numero di proposte di modifica (64) sono state Forza Italia e Ap, mentre 49 arrivano dallo stesso Pd, 8 da Per le Autonomie, 7 da Mdp, 21 dai verdiniani, 1 da Idea e Gal e 9 dal Misto. Non hanno invece depositato emendamenti né Lega né Sinistra Italiana né M5S, tornato ad attaccare frontalmente il partito di Renzi. “Il Pd ha presentato 49 emendamenti alla legge che abolisce i vitalizi, legge che porta la firma di un loro parlamentare e che loro stessi hanno votato solo tre mesi fa alla Camera – ha sferzato il senatore Vito Crimi –. È evidente che quel voto era solo una presa in giro e che questi emendamenti servono solo ad affossare la legge. Perché Renzi non dice ai suoi senatori che il testo sui vitalizi non si tocca e va approvato così com’è, come ha fatto per il Rosatellum?”, ha chiesto provocatoriamente.
Tra i dem c’è una fronda, capeggiata dall’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, che ha già promesso battaglia contro il ddl, ormai destinato a rimanere una delle grandi incompiute di questa legislatura.
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