Nel percorso a ostacoli della legge di Bilancio – tra le nuove regole del Patto di stabilità e una coperta cortissima in termini di risorse – pende anche la spada di Damocle del calo della produzione industriale. Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera, che ne pensa?
“Con un calo consecutivo di 18 mesi, diciamo che la spada più che pendere ha già trafitto la nostra economia. Non poteva essere altrimenti visto il calo del reddito reale delle famiglie e dei consumi, visto l’impoverimento generale dovuto anche a una politica economica di austerità che questo Governo porta avanti da quando si è insediato, ben prima dell’accettazione supina del nuovo Patto di stabilità. Sulla legge di Bilancio il problema non è tanto la coperta corta ma il fatto che questo Governo la voglia accorciare ancora di più. Se la coperta è corta occorre trovare le condizioni, il filo e la stoffa, per cucirne una più lunga con politiche economiche espansive e con la crescita economica perché, come ha provato a suggerire anche il presidente di Bankitalia Panetta, se non c’è una visione di crescita il debito è destinato ad aumentare”.
Meloni racconta un Paese che non c’è tra fantomatici dati positivi sulle esportazioni e tassi record dell’occupazione.
“Sul lavoro i dati ci dicono che ad aumentare è soprattutto l’occupazione di chi ha più di 50 anni per il semplice fatto che il Governo sta chiudendo tutti i canali di pensionamento anticipato. A questo si aggiunge il calo dei redditi reali degli italiani, che nel 2024 sono crollati del 6,9%. A crescere è solo il lavoro povero”.
L’Istat ha annunciato che il dato della crescita del Pil del 2021, che era già stato rivisto abbondantemente al rialzo, nei prossimi giorni sarà ulteriormente aumentato, andando oltre il già notevole +8,3%.
“Il Pil del 2021 verrà corretto per la seconda volta al rialzo dopo la prima correzione di settembre 2023, di “portata eccezionale” come rivelava l’Istat. Una correzione complessiva di 51 miliardi in più. Per ragioni aritmetiche questo ulteriore aumento ridurrà deficit e debito con conseguente ulteriore aumento delle entrate dello Stato. Tutto questo è stato possibile grazie alle politiche economiche espansive post-Covid, quelle che la presidente del Consiglio ha ridotto a chiacchiere da bar parlando di ‘bonus e soldi gettati dalla finestra’. Nel momento in cui decidi di tagliare tutte le misure di sostegno ai consumi e alla crescita e non spendi le risorse del Pnrr, le uniche risorse disponibili, con una economia europea che rallenta, con l’economia tedesca a cui siamo legati a doppio filo che di fatto è bloccata, non ci si poteva aspettare altro che una crescita asfittica, un Pil da encefalogramma piatto”.
Ritorniamo alla Manovra. Dare la possibilità a chi ha più figli a carico di pagare meno tasse. È il progetto al quale starebbe lavorando il ministro Giancarlo Giorgetti. Ma a farne le spese sarebbero i single e le coppie senza figli.
“A farne le spese molto probabilmente saranno tutti, anche chi ha figli, dal momento che si prospetta una rivisitazione dell’assegno unico familiare. In ogni caso i tagli che già si prevedono su pensioni, sulla sanità, sui comuni, si ripercuoteranno sulle famiglie con un ignobile classico gioco delle tre carte”.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha detto di essere d’accordo sull’introduzione di un nuovo semestre di silenzio assenso per il trasferimento del Tfr sui fondi pensione.
“Se il lavoratore non è stato adeguatamente informato e non si oppone esplicitamente, il suo TFR finirà in un fondo pensione. Questo significa che, quando cesserà il rapporto di lavoro, non avrà più l’ammortizzatore sociale rappresentato dalla liquidazione per sopperire alla mancanza di reddito e, con il silenzio assenso, c’è il rischio che nemmeno se ne accorga. Non credo sia questa la strada da seguire per garantire ai lavoratori una pensione dignitosa, in particolare per chi ha lavori discontinui. La scelta di destinare il proprio TFR ad un fondo complementare deve essere volontaria e consapevole e la pensione dignitosa passa attraverso un salario dignitoso e una forma di assicurazione pubblica. Questa operazione sa tanto di esproprio e di privatizzazione obbligatoria del nostro sistema previdenziale”.
Che ne pensa del Rapporto sulla competitività di Mario Draghi?
“Nel suo rapporto l’ex presidente del Consiglio definisce problematiche le regole che lui stesso ha fatto ingoiare al nostro Paese e si accorge che per evitare l’agonia dell’Europa è necessario ricorrere al debito comune e sostenere le imprese, persino con i crediti di imposta cedibili, quelli che lui ha avversato in tutti i modi durante il suo Governo. Ben vengano questi cambi di prospettiva. Peccato che voglia destinare gran parte delle risorse alle industrie delle armi e alla realizzazione di nuove centrali nucleari”.