La violenza contro le donne è una “aperta violazione dei diritti umani”: a dirlo è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha ribadito che il Governo sarà sempre in prima linea nella battaglia contro i femminicidi.
Violenza contro le donne, Mattarella condanna la violazione dei diritti umani
Come una piaga profonda e dolorosa la violenza contro le donne percorre e travolge la società contemporanea a ogni livello. Con costanza. Senza tregua. Le donne uccise da inizio anno sono più di 100. Donne a cui mariti, fidanzati o ex compagni hanno tolto la vita per gelosia, vendetta o una forma malata di amore che professano e che dell’amore non ha nulla.
Con il cadere della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il drammatico fenomeno è stato descritto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come “una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali”. Il Capo dello Stato, poi, si è detto convinto che una “azione efficace per sradicarla” è strettamente connessa alla formazione delle “generazioni più giovani, attraverso l’educazione all’eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione”, ribadendo che “porre fine alla violenza contro le donne riconoscerne la capacità di autodeterminazione sono questioni che interpellano la libertà di tutti”.
E invita i giovani a sostenere l’uguaglianza
“La violenza di genere, nelle sue infinite declinazioni, dalla violenza fisica, psicologica, economica, fino alla odierna violenza digitale, mina la dignità, l’integrità mentale e fisica e, troppo spesso, la vita di un numero inestimabile di donne, molte delle quali sovente, non si risolvono a sporgere denuncia. Denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio. Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo, assicurando le necessarie risposte in tema di sicurezza, protezione e recupero”, ha aggiunto Mattarella.
Il Presidente della Repubblica ha anche voluto ricordare che, nel corso degli ultimi decessi, lo Stato ha compiuti sforzi importanti per riconoscere, eliminare e prevenire la piaga che incombe sulla società pur riconoscendo che, purtroppo, “per troppe donne, il diritto a una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà”. E ha affermato: “Le cronache quotidiane ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia è oggetto di gravi ed estese forme di repressione – e ha continuato –. Le cronache relative alle violenze contro le donne riportano narrazionidolorosissime, sino alle aberrazioni in quei territori che vivono situazioni di guerra ove le donne diventano ancora più vulnerabili e sono minacciate da violenze che possono sfociare nella tratta di esseri umani o in altre gravi forme di sfruttamento”.
Giorgia Meloni sulla violenza contro le donne: “Il Governo è in prima linea”
Non solo il Presidente della Repubblica. Contro la violenza sulle donne è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha condannato le vessazioni alle quali troppo spesso la popolazione femminile è costretta a sottostare e la drammatica realtà dei femminicidi.
“Questo governo è in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. Lo dobbiamo alle tante vittime, spesso senza giustizia, e a chi ancora oggi è costretta a subire questa barbarie. I dati che riguardano le violenze sulle donne continuano a rappresentare un dramma nazionale. Come Governo intendiamo incentrare il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena”, ha scritto il premier su Twitter.
I dati che riguardano le violenze sulle donne continuano a rappresentare un dramma nazionale. Come Governo intendiamo incentrare il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena.
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— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 25, 2022
“Il codice rosso ha dato ottimi risultati, molte più donne denunciano”, hanno invece dichiarato Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia al Senato, e il vicepremier Matteo Salvini. “L’efficacia è messa a repentaglio ogni volta che non viene rispettato il termine di sentire la persona offesa entro tre giorni dalla denuncia. Per tutelarne l’incolumità e evitare che le donne vittime di violenza si sentano abbandonate da chi le deve proteggere, stiamo lavorando all’introduzione di nuove misure che garantiscano piena e immediata applicazione delle disposizioni del codice rosso prevedendo conseguenze processuali in caso di ritardi o omissioni”.