Un silenzio che dura ormai da quattro mesi. Da quando, nel luglio scorso, il sito per il monitoraggio dell’attuazione del programma di Governo, ricadente sotto la competenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, era tornato online. Ma da allora non c’è traccia di aggiornamenti. A cominciare da quelli relativi ai decreti attuativi, indicatori indispensabili per verificare l’attività dell’Esecutivo. Gli ultimi consultabili risalgono addirittura allo scorso maggio, quando il Governo Conte non si era ancora insediato.
QUESTIONE DI TRASPARENZA – A rilevarlo è l’associazione Openpolis che per prima aveva sollevato il problema. Ottenendo che la piattaforma tornasse online per fare una valutazione del lavoro lasciato in eredità al nuovo Esecutivo da quelli precedenti. Ma cosa sono i decreti attuativi? Quando una legge viene approvata dal Parlamento, spesso si rendono necessari ulteriori provvedimenti per far sì che, in concreto, sia poi effettivamente applicata. E proprio dall’esame dei provvedimenti attuativi è stato possibile appurare, ad esempio, che le leggi e i decreti legislativi adottati dall’Esecutivo guidato da Matteo Renzi “hanno richiesto in totale 840 provvedimenti attuativi”, dei quali “589 (circa il 70%, ndr) sono già stati adottati”.
Quanto, invece, al Governo presieduto da Paolo Gentiloni, rileva ancora Openpolis, il totale dei decreti attuativi previsti era di 564, ma solo 174 (il 30% del totale) sono già stati adottati. “In totale quindi il Governo Conte ha ereditato dalla scorsa legislatura 641 provvedimenti attuativi ancora da adottare, 251 risalenti al governo Renzi e 390 a quello Gentiloni”. Ma non è tutto. Tra i provvedimenti chiave della scorsa legislatura ancora incompleti, ci sono addirittura quattro Leggi di Bilancio. “Quella del 2015 necessita ancora di 14 decreti attuativi su 85 previsti, quella del 2016 di 23 su 125, quella del 2017 21 su 77 (tutte e tre varate dal Governo Renzi, ndr) e infine quella del 2018 (Governo Gentiloni, ndr) 97 su 149”. Per un totale di 155 decreti attuativi.
TEMPI PIU’ RAPIDI – Insomma, disporre dei dati aggiornati dei decreti attuativi è fondamentale per valutare lo stato d’avanzamento del lavoro non solo dei precedenti Esecutivi ma anche di quello in carica. Basti pensare, per fare un esempio, che il decreto Genova appena convertito in legge necessita, per essere concretamente applicato, di circa 40 decreti attuativi. Mentre il dl Sicurezza, approvato al Senato e all’esame della Camera, ne richiederà nove. “Ma se il Governo decide di non aggiornare la piattaforma tutto rimane opaco – avverte Openpolis – e i cittadini non avranno modo di sapere se quanto prescritto dalla legge trova compimento”.
E non è tutto. Il 9 ottobre scorso, il Comitato per la legislazione della Camera, deputato tra l’altro ad esprimere pareri sulla qualità dei progetti di legge, ha richiamato il Governo ad “evitare un eccessivo intervallo di tempo tra la deliberazione di un decreto-legge in Consiglio dei ministri e la sua entrata in vigore”. Come accaduto per il decreto Dignità, (conferenza stampa il 3 luglio, testo presentato 10 giorni dopo), il decreto Genova (dal 13 al 28 settembre) e il decreto immigrazione immigrazione (presentato il 24 settembre, testo in aula dal 4 ottobre). Il Comitato ha suggerito all’Esecutivo di valutare “un più coerente e sistematico utilizzo della possibilità di approvazione dei provvedimenti in prima deliberazione da parte… ‘salvo intese’ cui dovrebbe far seguito una seconda e definitiva deliberazione”.