Alla fine il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, è stato costretto alla retromarcia. Dopo essere inciampato sulle regole della par condicio nelle trasmissioni di Viale Mazzini in vista delle elezioni Europee. Perché il blitz tentato dall’ex giornalista Mediaset, ora alla guida dell’organismo parlamentare che vigila su Viale Mazzini, ha finito per sbattere contro il muro dei Cinque Stelle.
Senza un accordo preventivo né un passaggio preliminare per sondare gli umori in Ufficio di presidenza, del resto, il suo emendamento alla delibera che regolamenta i confronti elettorali sulle emittenti pubbliche, con il quale puntava ad introdurre nelle trasmissioni Rai il contraddittorio tra i candidati in sostituzione della formula attuale delle interviste singole condotte da tre giornalisti, era destinato alla bocciatura. Così, al momento di votare la sua proposta, bollata dai grillini come un maldestro tentativo di imporre i format ai giornalisti Rai minandone l’indipendenza, Barachini ha dovuto ritirare l’emendamento per evitare una sonora stroncatura.
Ma la toppa è stata peggiore del buco, visto che il presidente ha presentato un emendamento quasi fotocopia di quello presentato dal collega vicepresidente della commissione di Vigilanza ed ex giornalista dell’Espresso, Primo Di Nicola. Per di più rivendicano in pubblico l’approvazione. Peccato che la sua idea originaria fosse di tutt’altro tenore.