“Ovviamente le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto. Il mio obiettivo è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce Regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa”. Così ieri il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è tornato sulla vicenda della giornata di chiusura decisa dall’istituto comprensivo di Pioltello, Iqbal Masih, per la fine del Ramadan.
Si tratta del secondo intervento a gamba tesa del ministro sulla scuola primaria, dopo quello di domenica su X (“Ho chiesto agli uffici competenti del Ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento”). Una ingerenza che segue la scia delle polemiche scatenate dalla Lega e che trascende le competenze del ministro, in base all’autonomia scolastica (la decisione di chiudere il 10 aprile, ultimo giorno di Ramadan, era stata presa all’unanimità dal Consiglio di Istituto nel maggio 2023, quando è stato approvato il calendario del nuovo anno scolastico). Secondo la norma, “Le istituzioni scolastiche autonome possono, sulla base del calendario scolastico della propria Regione, deliberare di anticipare o posticipare la data di inizio delle lezioni o di individuare altri giorni di sospensione delle attività didattiche garantendo, comunque, l’effettuazione di almeno 200 giorni di lezione”.
Mentre il ministro annuncia ispezioni e la Lega infuria sui social, sul dirigente scolastico piovono gli insulti
Al preside dell’istituto Alessandro Fanfoni, intanto, sarebbero arrivate minacce e insulti, secondo quanto riferito da un rappresentante della scuola, al quale il dirigente ha affidato il suo messaggio: “non me la sento di parlare in questo momento”. Fanfoni nei giorni scorsi ha motivato la sua decisione con la bassa presenza di studenti a scuola il 10 aprile, essendo l’istituto (primario e secondario di primo grado) frequentato per il 40% da alunni di fede islamica. E la a maggior parte già stava a casa per la fine del Ramadan. “A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan venivano a scuola in tre o quattro”, aveva detto Fanfoni”, la maggioranza rimaneva a casa per la fine della festa. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questi numeri e a questa realtà e spero che a nessuno venga in mente di politicizzare questa decisione”.
Tra i primi a scagliarsi contro la decisione è stata l’eurodeputata leghista Silvia Sardone
Timore rivelatosi purtroppo profetico. Tra i primi a scagliarsi contro la decisione è stata l’eurodeputata e pasionaria leghista Silvia Sardone, che aveva parlato di “un processo di islamizzazione”, facendo eco alle parole del leader del Carroccio e vice premier Matteo Salvini il quale, in un post su X, aveva scritto: “Mentre qualcuno vuole rimuovere i simboli cattolici, come i crocifissi nelle aule, per paura di ‘offendere’, in provincia di Milano un preside decide di chiudere la scuola per la fine del Ramadan, una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro Paese. Non è questo il ‘modello’ di Italia ed Europa che vogliamo“. Anche il presidente lombardo Attilio Fontana si è detto contrario, naturalmente. “Una scelta assolutamente sbagliata, non c’è motivo per fare una cosa di questo genere”, ha commentato.
“Ognuno deve rispettare anche quelle che sono le realtà territoriali” visto che “il Ramadan è una festa che coinvolge una minima parte dei nostri cittadini che avranno diritto alla libertà di farla – ha aggiunto – ma senza dover coinvolgere tutte le altre persone che non la pensano nello stesso modo e che non seguono le stesse tradizioni”. Stupiti dal clamore i diretti interessati, cioè gli allievi dell’istituto: “È solo un giorno, non capiamo che problema ci sia, solo perché lo dice Salvini?”. Secondo i ragazzi non c’è “nulla di male a fermare le lezioni per permettere alle famiglie di festeggiare la fine del Ramadan”. Questa è “la decisione giusta, i telegiornali però sono contro di noi, lo sappiamo”, afferma un giovane studente.
Nasser: “Noi qui siamo il 50% della popolazione, e chiediamo di poter festeggiare un solo giorno l’anno”
“Noi qui siamo il 50% della popolazione, e chiediamo di poter festeggiare un solo giorno l’anno” commenta Nasser, originario del Bangladesh e titolare di un bar a Pioltello. “Io ho cresciuto i miei figli nel rispetto di tutte le religioni. Siamo in Italia e dobbiamo rispettare regole e tradizioni ma cosa può causare un giorno di chiusura per la nostra festa? Immaginate – conclude – se tutti i musulmani decidessero di astenersi dal lavoro per più giorni, si fermerebbe tutto”. Sulle barricate il Pd: “Da tre giorni la destra sta minando la serenità di una scuola anche con dichiarazioni sopra le righe del vicepremier, con minacce di sit in da parte di Sardone e il ministro Valditara trova il tempo di fare il bullo con l’opposizione? Venga a Pioltello”. Così la senatrice Simona Malpezzi.