Per Matteo Salvini è giusto che un lavoratore accetti 600 euro per andare a fare il cameriere. Il leader della Lega lo ha detto parlando a Rainews in un intervento ieri ad Anteprima Studio 24. Ed è appena il caso di ricordare, come fanno su Twitter, che la soglia di povertà oggi è stabilita dall’Istat a quota 780 euro.
Il video di Salvini che dice che un lavoratore dovrebbe accettare 600 euro per fare il cameriere (e attacca il reddito di cittadinanza)
“Molto semplicemente, se tu prendi 600 euro per stare a casa a guardare la televisione e ti offrono 600 euro per fare cameriere… la soluzione la lascio intuire”, dice Salvini. Il riferimento a “stare a casa” chiama in ballo il reddito di cittadinanza. E ripete quello che abbiamo sentito in questi giorni da parte di tanti “imprenditori” della ristorazione. Che se la prendevano con il RdC perché non trovavano personale. Dimenticando che, come ha insegnato il caso Sammontana, basta offrire uno stipendio decente per trovare tutti i lavoratori necessari.
Un lavoratore dovrebbe accettare “600euro per fare il cameriere”, dice #Salvini parlando di contratti
Peccato che la soglia di povertà stabilita dall’ISTAT sia di 780 euro@martafana #9giugno #redditodicittadinanza #lavoro pic.twitter.com/r31ebqhLOa— Marco Amendola (@amendolamarco) June 9, 2021
L’azienda di Empoli, che da 70 anni produce gelati, “ha appena assunto 352 operai stagionali negli stabilimenti della fabbrica toscana, e al momento sono 2.500 le domande che si sono accumulate negli uffici dell’azienda. Sono persone che andrebbero di corsa a lavorare lì. Perché è un’azienda seria: riconosce i diritti ai suoi lavoratori e, ogni mese, dà ai suoi dipendenti uno stipendio medio che consente loro di vivere in modo dignitoso. Non è scontato, di questi tempi”, ha detto Rossano Rossi, segretario generale della Cgil di Lucca e delegato sindacale dell’azienda.
Invece, le offerte di lavoro che girano sul mercato prevedono “pochi spiccioli e quasi zero diritti per molte, troppe, ore di lavoro. E poi gli imprenditori si lamentano pure, se non trovano gli stagionali – continua Rossi – C’è tanto sfruttamento, soprattutto nel settore della ristorazione e del commercio. Una storia nota ai sindacati, purtroppo. Lavoratori assicurati per 15 ore a settimana. Peccato che, in effetti, le ore di lavoro siano molte di più. Anche 45. O, magari, camerieri o cuochi che accettavano di tutto: anche interi mesi di lavoro nero”.