di Antonello Di Lella
Viaggi, pranzi, cd, sigarette e cambio di pneumatici. Sono solo alcune delle voci finite sotto la lente della Procura di Potenza e che, tra il 2010 e il 2011, hanno ingrossato il capitolo “spese pazze” della regione Basilicata. Rimborsi illeciti che hanno portato agli arresti domiciliari due assessori, Vincenzo Viti (Pd) e Rosa Mastrosimone (in quota Idv), e il consigliere e capogruppo del Pdl Nicola Pagliuca. Peculato e falsa attestazione di spese sono i reati contestati. Divieto di dimora a Potenza (sede del Consiglio regionale) per altri 7 consiglieri e attività politica praticamente paralizzata. Provvedimento analogo per un altro ex consigliere, per lui il divieto di dimora è relativo al comune di Valsinni (Matera) dove ricopre un incarico politico. I fondi percepiti illecitamente ammonterebbero complessivamente a circa 170 mila euro. Sequestrati, invece, conti correnti per un valore di 100 mila euro. Nel tardo pomeriggio i due assessori di centrosinistra Viti e Mastrosimone hanno rassegnato le dimissioni dai loro incarichi e si sono detti “pronti a essere sentiti dagli inquirenti per fornire tutti gli elementi utili a chiarire la vicenda”. Poco dopo il presidente della Regione Vito De Filippo (Pd) ha varato una nuova Giunta e ha rassegnato le proprie dimissioni, pur non essendo coinvolto nell’inchiesta: “In questo tempo”, ha affermato De Filippo, “il primo esempio da dare è quello di affermare che la politica è una disponibilità di servizio agli altri, non una bramosia”. Si attendono nuovi sviluppi nelle indagini, ma intanto è crollato anche quello che Pierluigi Bersani, intervistato in passato da una testata locale, aveva definito “modello Basilicata”.