Il Comitato di Indirizzo del Dipartimento della Protezione civile ha dato via libera, a meno di due settimane dalla dichiarazione dello stato di emergenza, al piano operativo per la rimozione delle balle di combustibile solido secondario, disperse nel Golfo di Follonica. Il piano, presentato dalla Marina Militare, è stato ulteriormente implementato, “al fine di individuare tutte le ipotizzabili attività e dispositivi atti a contenere al massimo i possibili rischi di dispersione durante le operazioni di recupero”.
“La Marina Militare – riferisce ancora la Protezione civile – metterà in campo tre unità navali con capacità specialistiche e il Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin) pronti ad operare, appena le condizioni meteo-marine lo permetteranno, con sonar per la ricerca subacquea, sottomarino a comando remoto (Rov), gru di sollevamento, camera di decompressione e sistemazioni logistiche, in grado di garantire il primo stoccaggio del materiale recuperato”.
La prima fase dell’operazione riguarderà la localizzazione dei rifiuti dispersi nei fondali, per poi procedere alle attività di recupero attraverso il posizionamento di reti contenitive attorno alle ecoballe, anche per evitare eventuale dispersione di materiale. Le precedenti attività di ricognizione effettuate dalla Guardia Costiera hanno permesso di circoscrivere l’aria di indagine e di identificare la posizione di 28 delle 40 ecoballe disperse, al netto di eventuali spostamenti dovuti ai movimenti marini degli ultimi mesi.