Dopo il via libera dell’Ema, arrivato nella giornata di ieri (leggi l’articolo), anche l’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) ha approvato il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca. Il farmaco è stato autorizzato con l’indicazione per l’utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni.
“Arriveremo a fine febbraio a 6.364.808 dosi consegnate, per finire il primo target e iniziare già il secondo in attesa del via libera a Aifa a Astrazeneca” ha detto il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, durante l’incontro con le Regioni sul piano vaccinale.
“Con l’ok ad Astrazeneca entriamo in una fase espansiva della vaccinazione e serve tutto il personale che abbiamo selezionato” ha detto, invece, nel corso dello stesso incontro il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Dobbiamo stare molto attenti a quello che ci dirà Aifa – ha aggiunto -, anche in altri paesi europei le agenzie nazionali danno dato indicazioni abbastanza stringenti, come la Germania che ha autorizzato l’utilizzo del vaccino fino a 65 anni. Noi aspettiamo la nostra autorità nazionale”.
“L’arrivo di un terzo vaccino rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso”, commenta il direttore generale di AIFA Nicola Magrini e “AIFA ha fornito indicazioni per ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”.
La Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha confermato la valutazione dell’Ema sull’efficacia (59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da Covid-19) e sul rapporto beneficio/rischio favorevole del vaccino. “Abbiamo quindi una valida opzione aggiuntiva – affermano dall’Agenzia – nel contrasto della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d’uso di questo vaccino. Si tratta di uno strumento che rafforza la campagna vaccinale in Italia e, seppure i dati a disposizione indichino una efficacia inferiore a quella degli altri due vaccini disponibili, la comparazione tra i tre vaccini è difficile, tenuto conto delle diversità delle popolazioni studiate e della necessità di completare gli studi”.
“In particolare – scrive ancora Aifa -, i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia nei soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una buona risposta anticorpale) era scarsamente rappresentata. Nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso”.
La Commissione tecnica dell’Aifa ha dunque suggerito: “Un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili. Per la definizione di specifiche categorie di rischio si rimanda a quanto previsto dal piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 del Ministero della Salute”.
E ancora: “Un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”. La Commissione “si è riservata infine di fornire indicazioni puntuali su aspetti più specifici, quali l’intervallo tra la somministrazione delle due dosi, a seguito di ulteriori approfondimenti”.
“Abbiamo una ulteriore arma contro la pandemia – osserva in conclusione il Presidente Giorgio Palù – Altre presto se ne aggiungeranno. È auspicabile un approccio integrato tra vaccini e terapie anti COVID-19 attualmente in uso e in sperimentazione”.