Roberto Cingolani è “un ministro inadeguato”, che “vuole fermare la transizione ecologica”. Tuona così co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, nel corso di un sit in organizzato a Roma, davanti al Pantheon. Secondo Bonelli i fatti parlano chiaro: dalle “esternazioni sul nucleare” – e qui fa riferimento all’intervento nel corso della due giorni di scuola politica renziana in cui Cingolani ha mostrato apertura davanti all’ipotesi che i reattori nucleari di quarta generazione possano essere valutati come verdi (leggi l’articolo) – ma anche sugli “ecologisti radical chic peggio della catastrofe climatica”.
Per non parlare degli aumenti delle bollette energetiche, senza indicare la soluzione. Insomma un susseguirsi di dichiarazioni tali che Europa Verde chiede le dimissioni del ministro della Transizione ecologica, nonostante il chiarimento e le rassicurazioni con il Movimento 5 stelle. Certamente un incontro delicato proprio a fronte degli ultimi turbolenti giorni ma che il leader pentastellato, Giuseppe Conte, ha definito “proficuo”.
PAROLE RADIOATTIVE. Ma Europa Verde non risparmia nulla a Cingolani: “Per il ministro ciò che fa paura non è lo smog, gli incendi, la desertificazione, ma la stessa transizione ecologica. Allora abbiamo il sospetto che voglia soltanto far passare le lobby del nucleare e dell’industria fossile e consentirgli di avere un ruolo nella gestione dei fondi del Pnrr del nostro Paese”, ha attaccato Bonelli. E ancora: “Gravi le sue frasi sui rincari delle bollette: lui è un ministro, non può limitarsi alla denuncia. Non dice che la responsabilità non è della transizione, ma di una politica energetica sbagliata, che si basa su gas, che in Europa sta aumentando incredibilmente il prezzo. Questa è l’occasione da non perdere per puntare sulle rinnovabili. Invece questa gente è irresponsabile. Non può andare al governo e pensare di portare l’Italia nel passato e nell’area del negazionismo climatico”, ha aggiunto.
Quanto all’incontro con Conte “voglio ricordare al presidente M5S che ha messo nel suo simbolo una data, 2050. Ecco, secondo il Forum Ambrosetti e la fondazione Enel, le politiche adottate da questo governo e dagli esecutivi passati porteranno a raggiungere gli obiettivi sul clima dell’Europa del 2030 con 29 anni di ritardo in Italia, perdendo 424 miliardi di euro”, ha concluso.