La Sveglia

Ventuno morti sull’asfalto. Ma Salvini si occupa di altro

Nel giorno in cui tutta Italia segue con apprensione la tragedia accaduta a Mestre il ministro dei Trasporti Salvini ha altro di cui occuparsi.

Ventuno morti sull’asfalto. Ma Salvini si occupa di altro

Nel giorno in cui tutta Italia segue con apprensione la tragedia accaduta a Mestre, con l’incidente di un pullman che ha provocato 21 morti e 18 feriti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha altro di cui occuparsi. Più delle pessime condizioni del guardrail, a disturbare il leader leghista è un “mi piace” messo su Facebook dalla giudice Iolanda Apostolico, colei che rispettando la legge ha smontato in men che non si dica il cosiddetto “Decreto migranti” licenziato dal governo.

Nel giorno in cui tutta Italia segue con apprensione la tragedia accaduta a Mestre il ministro dei Trasporti Salvini ha altro di cui occuparsi

Riprendendo un articolo del sito affaritaliani.it in cui si legge che la giudice avrebbe apprezzato un post del marito con considerazioni non benevole nei suoi confronti, Salvini scrive sui suoi social: “Domando a voi: ma è normale che un magistrato di Catania metta “mi piace” a post – del marito – che insultano il sottoscritto quando ero ministro dell’Interno, e poi decida di smentire i decreti del governo in materia di immigrazione?”. Gli rispondiamo prontamente.

Sì, è normale che un magistrato abbia delle legittime idee politiche. È normale che nel privato disistimi questo o quel leader politico al di fuori dell’esercizio della propria funzione. Un po’ meno normale è questa abitudine tutta italiana di frugare nei “mi piace” su Facebook e nel privato dei magistrati per infangarli nelle loro funzioni. Ancora meno normale è un ministro che si occupa del proprio ego nel giorno di una tragedia che riguarda le competenze del suo ministero. Dalle parti del governo sono fatti così. Per loro è “libertà di espressione” un generale che sputa odio contro stranieri e gay, ma è un peccato mortale un giudice che liberamente li disistimi. Torni a lavorare, ministro.