“Io uscirei dalla leggenda metropolitana del governatore sceriffo perché noi non abbiamo nessuna competenza sui controlli, non gestiamo forze di polizia che possano controllare, ma è tutto in mano al Ministero degli interni attraverso i prefetti. Si sono fatti i controlli, io credo sia doveroso rispettare questo bug rispetto agli studenti. Tu non puoi pensare che lo studente che sta andando a scuola dove può entrare senza il super green pass, il pullman non lo possa prendere perché serve il super green pass”. È quanto ha detto “105 Kaos” in onda su Radio 105 il Governatore del Veneto, Luca Zaia.
“Noi nonostante le minacce stiamo andando bene – ha aggiunto Zaia -, abbiamo l’86% dei veneti che si sono vaccinati, abbiamo un quarto dei ricoverati rispetto all’anno scorso a parità di contagiati quotidiani. Il che vuol dire che i vaccini stanno funzionando. L’83% dei ricoverati in Veneto in terapia intensiva non sono vaccinati, il 55% dei ricoverati in corsia non sono vaccinati. Facciamo un appello ai cittadini, pur rispettando la scelta volontaria, di valutare fino in fondo l’opportunità della vaccinazione. Io oggi ho fatto anche la terza dose”.
“È una scelta nostra quella di far vaccinare i bambini dal pediatra. Il riferimento del pediatra – ha detto ancora il presidente della Regione Veneto – che segue il bimbo è un riferimento per la famiglia. Chi sceglie di vaccinare il proprio figlio è il genitore che si confronterà con la comunità scientifica. Io non dico se sono favorevole o non sono favorevole, dico che la comunità scientifica internazionale raccomanda la vaccinazione E poi spetta ai genitori”.
“Non tollero però – avverte Zaia -, non posso accettare che ci siano adulti che riversano su questi bimbi il famoso raggiungimento dell’immunità di gregge, siamo noi adulti prima che dobbiamo dare il buon esempio. In Veneto ci sono ancora 650.000 adulti che non si sono vaccinati. Non possiamo chiedere ai bimbi dai 5 ai 12 anni di risolvere il problema”.
“In Veneto siamo la comunità che fa più tamponi in Italia, abbiamo già raggiunto i 20 milioni di tamponi. Abbiamo semplicemente detto che davanti a questa attività ci sono delle priorità: i contagiati, i contatti dei contagiati e dopo a ricaduta altre categorie. Poi c’è un’ultima categoria di chi si fa il tampone perché ha bisogno per andare a lavorare o per andare al ristorante: siccome quello è un tampone a pagamento, se non riusciamo a farlo noi perché abbiamo una mole di tamponi da fare, comunque ci sono le farmacie. Non è vero che in Veneto non si fanno i tamponi ai non vaccinati”.
“Quella della professoressa Viola a favore dell’obbligo vaccinale – ha aggiunto il governatore del Veneto – è una posizione scientifica che va rispettata. Io pongo la questione di chi vive in trincea: vogliamo fare un salto di qualità in più e definire cos’è l’obbligo vaccinale? Perché quello che fa la Germania che dice che sopra i 60 anni è obbligatorio vaccinarsi e se non ti vaccini 100 euro al mese di multa non è un vero obbligo vaccinale. Il vero obbligo vaccinale è decidere se tutti dovranno fare l’iniezione”.
“Secondo me – ha concluso – in un paese civile è impossibile farlo. Faccio due esempi: abbiamo l’obbligo vaccinale per 11 vaccini per i bambini e a me non risulta che siano tutti vaccinati. Secondo, abbiamo l’obbligo vaccinale per i sanitari e cosa si fa se non si vaccinano? Non è che vengono portati con la forza, ma stanno a casa. Il mio problema è capire come lo volete applicare questo obbligo vaccinale perché è diventata una farsa”.