di Marco Castoro
Urbano Cairo è un imprenditore che la sa lunga. Ha fiuto per gli affari. Sa giocare le partite che contano, soprattutto quelle che si possono vincere. Per una volta però si trova davanti a uno snodo importante, probabilmente fondamentale, della sua carriera: continuare alla guida di La7, l’ex costola di Telecom, presa qualche mese fa a condizioni vantaggiose, oppure provare a cederla a qualche nuovo acquirente per incassare una plusvalenza (superiore alla penale da pagare) e togliersi il pensiero. Del resto la gestione dell’emittente è molto onerosa e l’obiettivo del neo patron è tagliare le spese dei palinsesti con la scure, di almeno un tre-quarti. Ciò significherebbe l’inevitabile perdita di gran parte dei gioielli della squadra, a eccezione di quei tre-quattro pilastri che corrispondono ai nomi di Enrico Mentana, Lilli Gruber, Michele Santoro, Corrado Formigli e probabilmente anche Maurizio Crozza, sul quale Rai, Mediaset e Sky ci hanno già fatto un pensierino. Per costoro un posto in prima serata è praticamente scontato (con la Gruber che allungherà Otto e mezzo anche nel week end). Prima Nicola Porro, poi Luca Telese se ne sono andati. Il primo a Raidue, il secondo a Mediaset. Così come stanno facendo anche Geppi Cucciari, Cristina e Benedetta Parodi. Per Telese, il conduttore di In Onda e In Onda Estate, che da luglio sarà il giovedì in prima serata su La7, oltre alla striscia quotidiana, è pronto a Mediaset un contratto open di collaboratore in esclusiva. Ma fino alla serata dei palinsesti c’è il divieto assoluto di Pier Silvio Berlusconi di dare conferme e particolari sull’acquisto. Telese potrebbe tornare utile per il ritorno di Matrix, oppure per un talk che Mario Giordano sta studiando per la prima serata di Retequattro, o anche per un game su temi politici che dovrebbe andare in prime time su Italia 1. Tornando a Cairo, a chi potrebbe vendere La7? I nomi che si fanno sono i soliti noti: Diego Della Valle (anche se la partita a cui tiene di più è quella del Corriere) e Carlo De Benedetti. Senza mai chiudere la porta ad altri imprenditori, magari esteri. Chissà. Di sicuro La7 senza debiti è molto più appetibile.
Il Tg2 mette la freccia
Tra tutti i telegiornali quello di Marcello Masi è tra i più vivi. Rispetto all’anno scorso può vantare una crescita di un punto di share. Domenica scorsa il Tg2 ha doppiato gli ascolti del tiggì di La7 (che la domenica è orfano di Mentana): 12% contro 6%, 2.258.000 telespettatori in media contro 1.077.000. Il Tg2 ha fatto registrare lo stesso share del Tg3 delle 19 (1.590.000 la media dei telespettatori).
Vianello, refuso tweet
“Soddisfando gli innumerevoli tweet…”, twitta il direttore di Raitre, che ora si può vantare di aver coniato un… neologismo.