Sciolto, con non poca fatica, il nodo Consulta, sul tavolo ne resta un altro, solo teoricamente collegato all’elezione dei giudici della Corte costituzionale: quello della Presidenza della Rai. Ieri, nel clima di grande euforia, numerosi senatori e deputati della maggioranza hanno accarezzato per un attimo il sogno di vedere in frantumi il fronte comune delle opposizioni in commissione di Vigilanza e di poter ottenere l’agognato via libera a Simona Agnes alla presidenza di viale Mazzini.
Tajani chiede collaborazione, ma intanto il centrodestra sabota ogni intesa
Ad alimentare il sogno, le parole del vice premier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che in mattinata si era detto ottimista circa un possibile accordo e che, dopo un faccia a faccia con Nicola Fratoianni, aveva aggiunto: “Agnes è una persona di garanzia, se fossi uno di sinistra la voterei…”. “Noi votammo Petruccioli presidente, è una scelta di buon senso”, ha aggiunto, “Si deve trovare un accordo con l’opposizione sulla Rai. Noi non abbiamo mai avuto atteggiamenti di ostilità nei confronti di posizioni che possano dare soddisfazione, abbiamo partecipato agli Stati generali, abbiamo detto facciamo la riforma”.
La (falsa) voce delle possibili dimissioni delle opposizioni dalla vigilanza
E per trasformare quella suggestione in possibilità la destra non ha esitato a buttare lì un’ipotesi, una diceria, una voce, che in breve tempo ha preso però corpo: quella dei commissari dell’opposizione pronti al “gesto estremo” delle dimissioni in blocco, con conseguente azzeramento della Vigilanza e, soprattutto, decadenza della presidente M5S Barbara Floridia (il vero obiettivo della manovra).
Fantapolitica, visto che a parlarne era stato solo il centrodestra, ma l’ipotesi è stata subito rilanciata da alcune agenzie, che sono arrivate a riesumare lo spettro di Riccardo Villari, il presidente della Vigilanza Pd che arrivò a barricarsi a San Macuto per mesi, fino all’addio obbligato dopo polemiche, ricorsi e persino l’occupazione fisica della Vigilanza. Un altro attacco, più diretto, al ruolo di Floridia.
Il Pd: “Un’ipotesi senza fondamento”
A metà pomeriggio, il chiarimento ufficiale arriva per bocca di Stefano Graziano, capogrupppo del Pd in Vigilanza, “non c’è alcuna ipotesi di dimissioni di massa del centrosinistra dalla commissione. C’è, invece, un grave ostruzionismo da parte del centrodestra sull’elezione dei vertici di Viale Mazzini bloccata dalla maggioranza. Noi avevamo detto fin dall’inizio che eravamo per fare prima la riforma della governance e poi le nomine. Siamo pronti al dialogo per la riforma, non per i posti”, aggiunge.
Il vero obiettivo della destra è Floridia
Ufficiosamente fonti del Pd spiegano che “il centrodestra vuole mettere sotto pressione Floridia. Sono loro che hanno la maggioranza e se si dimettono in blocco, fanno decadere la commissione”. Tuttavia i dem non pensano che una simile strategia della maggioranza possa andare in porto. Così come non pensano che “il movimento Cinque Stelle, dopo aver detto no mille volte, voti Agnes per salvare la poltrona”.
Il Movimento: “E’ un grande cortocircuito per colpire la presidente della Vigilanza”
Dal canto suo, fonti del M5s fanno notare il cortocircuito: “a mettere in giro la voce delle dimissioni è stata la destra. In vigilanza siamo più compatti che mai”. Per il movimento “il vero obiettivo è Floridia, nel mirino perché in procinto di accettare la convocazione straordinaria della Vigilanza, come richiesto dalle minoranze e come permesso dai regolamenti parlamentari”.
In effetti, l’articolo 11 del regolamento prevede che “la convocazione straordinaria può altresì essere richiesta al presidente da un quarto dei componenti la Commissione o dal Governo per la discussione di argomenti determinati. In tale caso il presidente provvede a che la Commissione si riunisca entro cinque giorni dalla richiesta”, saltando l’ufficio di presidenza e la maggioranza.
La maggioranza mira a bloccare l’audizione dell’Ad Rossi
Per i pentastellati, il centrodestra – a partire da Forza Italia, guidata da Maurizio Gasparri – “è determinato a bloccare ogni attività della Vigilanza, fino all’elezione della Agnes”. In particolare, spiegano “vogliono evitare in ogni modo che la commissione convochi in audizione l’Amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi”. Rossi che informalmente si sarebbe già detto più che pronto a presentarsi in Vigilanza, anche perché forte degli ascolti stratosferici del Festival di Sanremo.
Floridia: “Auspico un’intesa tra leader”
“È legittimo che l’opposizione lo chieda, ma così non va bene: se Floridia decide di andare avanti è una sua scelta”, la risposta del centrodestra, “E se va avanti si aspetti che noi risponderemo”. Dal canto suo, la presidente Floridia non si scompone e auspica che “un’intesa tra i leader”, come avvenuto sulla Consulta, possa sbloccare la situazione. La presidente ha però confermato che intende andare avanti con la convocazione di Rossi”, vista anche “la leale collaborazione” manifestata dall’Ad.
“In passato lo strumento della convocazione straordinaria è stato utilizzato anche su richiesta del centrodestra quando era all’opposizione – è la linea – e nessuno ha avuto nulla da ridire”, ha commentato. In ogni caso, la prossima settimana, a Sanremo finito, dovrebbe essere convocato un ufficio di presidenza.