Davanti alla scia di sangue di leader sindacali in America Latina, il Vaticano alza la voce e se la prende con i “colpevoli silenzi” dell’occidente. La Santa Sede, sotto la spinta di Papa Francesco, ha lanciato una campagna dal titolo “Tessere il futuro, proteggere la vita”, che raggruppa oltre 250 organizzazioni latinoamericane per esprimere la propria solidarietà davanti alla recente ondata di violenze.
Una iniziativa sostenuta anche dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale del Vaticano e dalla Pontificia Commissione per l’America Latina. La notte del 14 settembre 2024, Juan Antonio López, noto difensore del fiume Guapinol e del parco nazionale Botaderos “Carlos Escaleras Mejías”, è stato assassinato in Honduras. Juan è stato attaccato da sconosciuti che gli hanno sparato, dopo che aveva lasciato la parrocchia di San Isidro Labrador, situata nel comune di Tocoa, dove era consigliere comunale.
Era membro della Rete ecclesiale mesoamericana (Remam) ed era attivo nella diocesi di Trujillo. Il suo lavoro di ambientalista è stato riconosciuto da diverse organizzazioni internazionali. Infatti, dal 2023 gli erano state concesse misure cautelari dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), a causa delle minacce ricevute negli ultimi tre anni. “La sua morte – si è evidenziato oggi nel corso di una conferenza stampa – ha evidenziato la vulnerabilità dei difensori dei diritti umani e dei leader che proteggono la ‘casa comune’, non solo in Honduras, ma in tutta l’America Latina. Molti di loro si sono ispirati agli insegnamenti di Papa Francesco nella Laudato si’, nella Laudate Deum e in Fratelli tutti”.
Il Vaticano alza la voce davanti ai silenzi dell’Occidente sulla recente ondata di omicidi di esponenti della società civile in America del Sud
La campagna “La vita è appesa a un filo”, hanno sottolineato i cardinali Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; il presidente del Celam, cardinale Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); il cardinale Carlos Castillo, arcivescovo di Lima (Perù) e il cardinale Fernando Chomalí, arcivescovo di Santiago (Cile) presenti all’incontro con la stampa, “mira a coordinare azioni che promuovano la solidarietà, la protezione e il riconoscimento del lavoro dei difensori dei diritti umani, dei leader sociali e degli attori civici in America Latina e nei Caraibi”.
Nello specifico, la campagna ha l’obiettivo, è stato spiegato oggi, “di evidenziare casi emblematici di difensori dei diritti umani e dell’ambiente in America Latina e nei Caraibi, che devono essere classificati in base a cinque assi tematici: il modello estrattivista (che comprende attività come la deforestazione, l’estrazione di minerali, gli idrocarburi, l’agricoltura su larga scala, tra le altre); il narcotraffico e la criminalità transnazionale; le limitazioni alla libertà di espressione e alla partecipazione dei cittadini; i conflitti armati interni; la limitazione delle donne nella loro attività di difesa dei diritti umani e nel loro ruolo in politica”.