Il primo caso in Italia di variante “Omicron” del Covid-19, identificata nei giorni scorsi in Sudafrica e già individuata in Belgio (leggi l’articolo), è stato accertato e riguarda un paziente campano. A renderlo noto è stato l’Istituto Superiore di Sanità (qui la nota).
“Nell’ambito delle attività di sequenziamento genomico SARS-CoV-2 della rete coordinata dall’ISS – ha fatto sapere lo stesso Istituto – è stata identificata una sequenza nella piattaforma ICoGen riconducibile a quella nota ora come variant of concern (VOC) e definita ieri da OMS come “omicron”. Il campione è in fase di ulteriore conferma per avere l’assegnazione definitiva del lignaggio che per questa VOC è il B.1.1.529”.
“La possibilità di identificare rapidamente la nuova sequenza e di dare inizio immediatamente alle attività di contact tracing – aggiungono dall’Iss – è stata ottenuta grazie alla presenza di alert sulla piattaforma Icogen che hanno riconosciuto immediatamente la presenza di alcune mutazioni chiave dimostrando l’efficienza della rete italiana di sequenziamento all’operato rapido e efficiente del laboratorio della ASST FBF – Sacco”.
Il genoma è stato sequenziato presso il Laboratorio di Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano da un campione positivo di un soggetto proveniente dal Mozambico. Il paziente e i suoi contatti familiari sono in buone condizioni di salute.
Le inchieste epidemiologiche sono state svolte da ATS Milano e dalla ASL di competenza della Regione Campania. Sono già stati programmati i sequenziamenti sui campioni dei contatti familiari del paziente risultati positivi e residenti nella regione Campania, i cui laboratori sono stati allertati e stanno già lavorando per ottenere in tempi brevi i risultati genomici. Al momento non sono stati identificati contatti positivi in Lombardia.
“Rapida nella diffusione, ma non sappiamo se sia capace di provocare una malattia grave. Il vaccino, ora più che mai, resta fondamentale, unito all’uso della mascherina” ha detto al Corriere il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. “Non è chiaro ad oggi – ha continuato – se questo ceppo avrà maggior capacità di provocare malattia grave. Ma l’attenzione deve essere mantenuta al livello più elevato e bene ha fatto per primo il ministro Speranza, seguito poi dagli altri Ministri UE, a interrompere tempestivamente accessi e voli dagli 8 Paesi che ne sono stati investiti”.
Può sfuggire ai vaccini? “E’ la domanda cruciale. La presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie potrebbe ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini. Tuttavia, solo ulteriori valutazioni ci daranno una risposta fondata sull’evidenza”.
Quindi ora più di prima fare attenzione. “Certo, vaccini e attenzione. La situazione più favorevole dell’Italia rispetto a quella della pressoché totalità degli altri Paesi europei è dovuta alla larga percentuale di soggetti completamente immunizzati”. “Nella fascia d’età a minor rischio – ha aggiunto Locatelli – cioè quella tra i 12 e i 59 anni, nell’ultimo mese, 23 dei quasi 46 milioni di vaccinati sono stati ricoverati in terapia intensiva a fronte di 179 dei 6.5 milioni di non vaccinati”.
“Anche le misure non farmacologiche di prevenzione – ha concluso il coordinatore del Cts riferendosi alla nuova variante Omicron – hanno dato un contributo importante: aver mantenuto l’uso delle mascherine nei locali chiusi, così come in tutte le situazioni in cui all’aperto si possono creare assembramenti. In metro e autobus, dove l’affollamento è maggiore, usare dispositivi FFP2”.