Pensioni, reddito di cittadinanza, superbonus, fisco, caro bollette. La legge di Bilancio da 185 articoli – la prima manovra targata Draghi-Franco (qui la sintesi) – riceve il primo via libera dal Consiglio dei ministri. Prevede misure per circa 30 miliardi, laddove il Documento programmatico di bilancio contempla risorse in deficit per 23,4 miliardi. Per l’addio a Quota 100 arriva una soluzione per un solo anno, il 2022, anno in cui si potrà andare in pensione raggiungendo Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi.
Prorogata di un anno l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico, con un ampliamento della platea a nuove categorie di lavoratori impegnati in attività gravose (tra cui le maestre), che da 15 diventano 23. Prorogata di un anno anche Opzione donna ma sale di due anni il limite di età per accedervi. Novità anche per la misura bandiera del M5S. L’autorizzazione di spesa per il Reddito di cittadinanza è incrementata di oltre 1 miliardo l’anno dal 2022. Ma vengono previsti una stretta sui controlli e sui reati che impediscono di accedere alla misura e nuovi meccanismi per favorire la ricerca del lavoro dei beneficiari.
Quelli “occupabili” dovranno sottoscrivere il Patto per il lavoro contestualmente all’invio della domanda di Rdc e al rifiuto di due offerte di lavoro (attualmente il limite è tre) il sussidio verrà sospeso. E novità anche per l’altro cavallo di battaglia dei pentastellati. Il Superbonus viene prorogato al 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, poi decalage al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. La detrazione del 110% viene estesa anche alle abitazioni unifamiliari e villette purché prime case e con indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 25mila euro annui.
Arriva la proroga anche del bonus facciate, caro al ministro della Cultura Dario Franceschini, ma la percentuale scenderà dal 90 al 60%. Confermati anche sismabonus ed ecobonus. Archiviata infine la terza misura bandiera dei pentastellati. Il cashback, già sospeso fino alla fine dell’anno, viene cancellato liberando 1,5 miliardi che vanno alla riforma degli ammortizzatori sociali per i quali complessivamente ci sono tre miliardi (4,6 di saldo).
Gli ammortizzatori sociali vengono estesi alle imprese sotto i cinque dipendenti, attualmente scoperti dalla Cig. E dal primo gennaio 2022 l’aliquota di finanziamento del Fondo di integrazione salariale (Fis, finora pagato dalle imprese con più di cinque dipendenti) è fissata allo 0,50% per i datori di lavoro che, nel semestre precedente la presentazione della domanda, abbiano occupato fino a cinque dipendenti. è invece allo 0,80% per i datori di lavoro con più di cinque dipendenti. Confermato il contributo addizionale pari al 4% della retribuzione persa legato all’utilizzo.
Per conoscere la composizione del taglio vero e proprio delle tasse bisognerà aspettare le prossime settimane. La manovra però non si limita a finanziare l’apposito fondo con 8 miliardi ma indica una direzione, la riduzione dell’Irpef e anche dell’Irap. Niente contributi, come chiedeva Confindustria. Per il taglio del cuneo però non si fanno scelte e si indicano due vie, la riduzione delle aliquote o la revisione delle detrazioni. Intanto, in attesa della riforma della riscossione, arriva l’agenzia unica con le Entrate che incorporano la Riscossione.
Nel calcolo della riduzione del peso del fisco il governo aggiunge anche la cancellazione dell’aggio per 990 milioni, il rinvio di sugar e plastic tax, l’Iva al 10% per la tampon tax, gli incentivi per la casa e per le imprese e i 2 miliardi contro il caro-bollette, che serviranno però solo per il primo trimestre e potrebbero tradursi in una riduzione delle aliquote Iva. Si arriva in tutto a 12 miliardi nel 2022. Per le donne arriva qualche buona notizia a partire dallo sconto del 50% dei contributi per chi rientra al lavoro dopo la maternità. Il congedo obbligatorio per i papà, peraltro, viene stabilizzato a 10 giorni, mentre arriva un finanziamento di 52 milioni per garantire la parità salariale.
Ma nella novantina di pagine della manovra c’è spazio per i fondi per il Giubileo (1,4 miliardi) come per quelli per tenere sotto controllo le specie esotiche invasive, per aumentare le indennità dei sindaci delle grandi città, per stanziare 4 miliardi in più per sanità e vaccini, 1 miliardo per la cultura, 300 milioni per la proroga degli insegnanti assunti durante l’emergenza Covid, per la Cig per Alitalia e anche per consentire il rimborso dei biglietti della vecchia compagnia per tutto il prossimo anno.