Un valzer di poltrone sull’asse Inps-Inail potrebbe andare in scena molto presto. Uno di questi scranni, quello di direttore generale, ha un peso specifico molto alto in entrambi gli istituti. Ebbene, la situazione sembrerebbe particolarmente movimentata dalle parti dell’Inail. Per prima cosa all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è già in fase di “prorogatio” il presidente Massimo De Felice, in sella dal 2012, fortemente sponsorizzato dall’allora ministra del lavoro Elsa Fornero. Fra non molto, quindi, bisognerà pensare alla sua sostituzione. Ma la vera poltrona intorno alla quale si potrebbe aprire la partita decisiva è appunto quella di direttore generale, attualmente occupata da Giuseppe Lucibello. Quest’ultimo, già alto “papavero” della Ragioneria generale dello Stato, secondo voci insistenti sarebbe in lizza per il posto di direttore generale dell’Inps. Anche all’istituto di previdenza guidato da Tito Boeri, infatti, la situazione parrebbe piuttosto “liquida”.
IL PASSAGGIO – Dopo quasi due mesi di autosospensione, legati a un’inchiesta su una presunta evasione contributiva, si è infatti da poco reinsediato Massimo Cioffi, il direttore generale fortemente voluto da Boeri. Ma gli imbarazzi che hanno accompagnato il limbo che Cioffi si era precedentemente imposto, per poi archiviarlo dopo circa due mesi, hanno reso piuttosto friabili i rapporti con lo stesso Boeri. E hanno reso traballante la poltrona di Cioffi. Insomma, ambienti vicini a palazzo Chigi vedrebbero bene un trasferimento di Lucibello dall’Inail all’Inps. Il funzionario, a quanto pare, sarebbe anche d’accordo, anche se corre voce che il suo sogno sarebbe diventare il Ragioniere generale dello Stato. Tutto questo poi si intreccia con la partita della revisione della governance degli enti previdenziali. All’interno dello stesso Inail, per esempio, raccontano di come ormai si dia per scontata la soppressione del Civ, ossia il Consiglio di indirizzo e vigilanza.
LO SVILUPPO – Al punto che nei corridoi l’attuale presidente del Civ, Francesco Rampi (in rappresentanza della Cgil), viene salutato come una sorta di ultimo testimone di una presidenza che non ci sarà più. Una cosa è certa: l’Inail è un ente che fa molta gola. Basti pensare che, in base agli ultimi dati di bilancio disponibili, le sue entrate ammontano a 10,4 miliardi di euro, a fronte di spese di poco inferiori ai 10 miliardi. Il conto economico 2014 si è chiuso con un avanzo di 620 milioni, che a sua volta ha spinto l’avanzo patrimoniale a 5,8 miliardi. Senza scordare che l’Inail, proprio in virtù delle sue risorse, è stato coinvolto negli ultimi due anni in diverse operazioni: ha dato ossigeno a Eur spa, la società proprietaria dei terreni della “Nuvola” di Fuksas, acquistando immobili per 300 milioni; ha investito 440 milioni nelle quote di alcuni fondi di Invimit, la “sonnacchiosa” società immobiliare del Tesoro; ha acquistato dall’Inps il 2% delle quote di Bankitalia per 150 milioni. A dimostrazione di come l’istituto, seppur meno famoso dell’Inps, sia molto tenuto in considerazione.
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