Vaccinazioni in azienda, non c’è traccia dei dati e Orlando fa scena muta. Flop del Piano con i datori di lavoro. Al ministero non hanno i numeri

E Orlando fa scena muta. Flop del Piano con i datori di lavoro. Al ministero infatti non hanno ancora i numeri

Vaccinazioni in azienda, non c’è traccia dei dati e Orlando fa scena muta. Flop del Piano con i datori di lavoro. Al ministero non hanno i numeri

Il governo non sa quanti vaccini siano stati somministrati nelle aziende. Non è infatti noto il numero di punture fatte nei luoghi di lavoro in tutta Italia. Interrogato alla Camera sulla materia, il ministero del Lavoro, guidato da Andrea Orlando, ha fatto scena muta. O meglio ha ammesso che “il dato non è disponibile”. Svelando un altro buco in merito alla trasparenza delle informazioni sulla campagna vaccinale.

CASA PER CASA
Il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha promesso di portare la campagna vaccinale casa per casa, scovando negli angoli più remoti del Paese i cittadini che non hanno ricevuto le dosi. Operazione giusta visto l’impatto dell’ennesima ondata. Ma, in quadro di piena mobilitazione, non è a disposizione la cifra esatta dei lavoratori che hanno ricevuto il siero dai datori di lavoro. La mancanza è stata svelata da un’interrogazione a Montecitorio, in commissione Lavoro, presentata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Niccolò Invidia. “La realizzazione dei piani vaccinali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro è stata prevista dal Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali, firmato in data 6 aprile 2021 dal Governo e dalle parti sociali”, ricorda l’atto. Lo scopo, evidenzia il testo, è quello “di perseguire la duplice esigenza di concorrere alla rapida attuazione della campagna vaccinale e, in pari tempo, accrescere i livelli di sicurezza nelle realtà lavorative pubbliche e private”. Da qui la richiesta dei numeri, che, però, non ci sono. “Il dato non è direttamente disponibile, in quanto gli unici dati che vengono trattati come macro-aggregati riguardano prioritariamente l’intera popolazione suddivisa per fasce d’età, in relazione al monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi e delle priorità fissati nel Piano nazionale di vaccinazione”, ha affermato la sottosegretaria al Lavoro, la leghista Tiziana Nisini, rispondendo in commissione alla Camera.

BLABLABLA
La numero due di Orlando ha quindi spiegato che “l’Inail affianca e integra le attività del Sistema sanitario nazionale” ed è l’organismo a cui i datori di lavoro possono fare riferimento”. Per questo motivo “i datori di lavoro non sono tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private”, ha sottolineato Nisini. Per la serie: il dato è difficile da ricavare. Comunque è arrivata una generica promessa: “Sarà cura di questo ministero continuare a garantire la massima attenzione sul rispetto dei Protocolli, eventualmente mettendo a disposizione, qualora disponibili in forma disaggregata, dati più specifici sui lavoratori”.

ZERO TRASPARENZA
Del resto la cifra sarebbe preziosa: secondo le stime, 3 milioni e 300mila lavoratori, di cui 2 milioni e 200mila nel settore privato e oltre 340mila nel pubblico, non sono stati vaccinati. Con tutto quel che concerne per l’impiego del green pass per accedere nella sede lavorativa. “La raccolta, diffusione e comunicazione dei dati è sempre stata deficitaria sul tema Covid e ciò ha contribuito ad abbassare la qualità sia del dibattito pubblico che delle policies”, dice Invidia a La Notizia. “Con l’interrogazione – conclude – abbiamo registrato che anche sul tema vaccinazione sul lavoro c’è la necessità di un migliore raccordo e pubblicità sui dati da parte del governo. Speriamo che la cosa possa essere risolta quanto prima”.