Una spesa che definire monstre è poca cosa. Eppure è esattamente quanto accaduto in questi ultimi giorni della legislatura uscente. La questione ruota attorno a prodotti video di altissima qualità. E bisogna esserne certi considerando a quanto ammonta l’importo: 8,3 milioni di euro. E non è cosa da poco considerando che inizialmente si pensava di spendere 7,2 milioni e invece, a un passo dalla fine della legislatura, si è pensato di allargare le maglie di un altro milioncino di euro.
Il capitolato dell’EuroParlamento prevedeva una spesa iniziale di 7 milioni. Pochi giorni fa è arrivata la “piccola” deroga.
Ma facciamo un passo indietro. Il maxi-bando risalente al 2020 è stato indetto direttamente dal Parlamento Ue. Nel dettaglio l’oggetto riguardava la “fornitura di servizi editoriali e di raccomandazione, pianificazione, produzione e distribuzione di prodotti video web di attualità e altri prodotti multimediali per il Parlamento europeo”. E con quale fine?
È tutto scritto nero su bianco: “Lo scopo del contratto è fornire al Parlamento europeo contenuti video e altri contenuti multimediali di altissima qualità e pertinenti al pubblico”. Cosa voglia dire “pertinenti al pubblico” è ovviamente difficile dirlo. Ma, ci mancherebbe, bisogna fidarsi. C’è un altro aspetto, però, strano in questa vicenda. Il 21 giugno scorso ecco la modifica dell’importo di aggiudicazione. Evidentemente, uno degli ultimi provvedimenti del Parlamento uscente.
E cosa è stato deciso? Semplice: rispetto ai 7,2 milioni di aggiudicazione iniziale dell’appalto, è stata prevista una “piccola” deroga che ha fatto lievitare l’importo complessivo per realizzare video e affini a 8,3 milioni. Chapeau.