Ancora tu, ma non dovevamo vederci più. E invece, dopo le solenni promesse di rifondazione; dopo la batosta mondiale collezionata dalla nazionale italiana con consecutiva esclusione dai mondiali di Russia; dopo le lacrime di chi avrebbe dovuto fare di più e forse non ci è riuscito; dopo addirittura la ciliegina sulla torta delle avances certamente poco eleganti e in piena tempesta Weinstein a una dirigente sportiva; dopo tutto questo, chi ritroviamo tra i candidati alla presidenza della Lega di Serie A? Proprio lui, Carlo Tavecchio. Quel che parrebbe uno scherzo forse anche di cattivo gusto, risponde alla verità. Uscito dalla porta, il buon Carlo si appresta a rientrare dalla finestra.
La partita – Per capire cosa stia accadendo nei piani alti del calcio italiano, riavvolgiamo il nastro. Da giorni ormai sono partite grandi manovre all’interno della Lega Serie A in vista dell’assemblea di venerdì mattina, l’ennesima convocata per il rinnovo della governance dopo nove mesi di commissariamento affidato proprio a Carlo Tavecchio. E qual è stata l’ultima idea avanzata e su cui i presidente della Serie A stanno ragionando? Nello spirito di rinnovamente globale in virtù delle promesse fatte dopo la sberla mondiale, hanno pensato bene di avanzare il nome emblema del cambiamento, proprio per dare un segno di svolta rivoluzionaria: Carlo Tavecchio. Appunto. Si starebbe infatti formando un asse trasversale sul suo nome: la sua candidatura sarebbe sostenuta dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, in una sorta di contropartita per la nomina come amministratore delegato della Lega di Javier Tebas, attuale presidente della Liga spagnola, sponsorizzato invece dal numero del Torino, Urbano Cairo. Insomma, un do ut des vecchio stile. Tanto per cambiare. C’è però qualche (si fa per dire) problemino: Tabes ha pessimi rapporti con Fifa e Uefa, e si è opposto, durante le riunioni delle Leghe europee, ai quattro club italiani in Champions. Tanto amico del calcio italiano non è, ma – come osserva Fulvio Bianchi su Repubblica – lo stipendio, si sa, fa gola a tutti.
In rete – In questo scenario la linea che era per il riformismo deporrebbe le armi in cambio di posti assicurati tra i consiglieri di Lega. L’accordo prevedrebbe non a caso come consiglieri Tommaso Giulini (Cagliari), Beppe Marotta (Juventus), Antonio Percassi (Atalanta), Antonio Romei (Sampdoria) e Lotito, che farebbe anche il consigliere federale assieme a Marco Fassone (Milan). Al di là degli accordi, però, la soluzione Tavecchio crea malumori in più di un club e alla fine incideranno anche le dinamiche legate alle elezioni federali di lunedì prossimo. Le alternative per la presidenza restano il subcommissario della Lega, Paolo Nicoletti, l’ex legale del Milan, Leandro Cantamessa, e il presidente del collegio dei revisori, Ezio Maria Simonelli. Vedremo chi andrà in gol.