Il leitmotive della campagna elettorale di Hillary Clinton stanno diventando le accuse alla Russia per il furto delle email e dei dati all’interno dei server del Democratic National Commitee, il comitato che guida il partito democratico Usa. “Sappiamo che sono stati i servizi segreti russi”, ha affermato Hillary, “e sappiamo che hanno organizzato anche la diffusione di quelle mail”. Stiamo parlando di 19.250 email con ottomila allegati del Comitato – successivamente pubblicate da WikiLeaks – che hanno causato le dimissioni della direttrice del comitato. Un’accusa che punta anche a dimostrare il fatto che Vladimir Putin sia in qualche modo legato alla figura di Donald Trump. E, infatti, la Clinton ha accusato il tycoon newyorkese di dare supporto al presidente Putin. Basta ricordare che nei giorni scorsi Trump aveva pubblicamente chiesto “l’aiuto” degli hacker russi per trovare le mail scomparse della Clinton (caso Mailgate: i messaggi che la Clinton avrebbe inviato quando era Segretario di Stato).
L’ULTIMA STRUMPALATA – Trump oggi ha sfidato anche le frasi che sono state pronunciate alla convention democratica da Khizr Khan, padre di un musulmano morto, che aveva detto a Trump “lei non ha sacrificato nulla”. E la risposta dura di Trump è arrivata oggi: “Ho fatto molti sacrifici. Ho lavorato sodo. Ho creato decine di migliaia di posti di lavoro, ho costruito strutture. Di certo questi sono sacrifici”. Nella sua replica Trump ha poi criticato la moglie di Khan, Ghazala Khan, comparsa accanto a lui e con il volto coperto”: Se ne stava li’ in piedi, con niente da dire. Forse non le era consentito di dire nulla”. Un commento questo cui Ghazala Khan ha subito risposto, sottolineando che ad impedirle di intervenire è il dolore ancora forte che prova per la perdita del figlio. “Il mio dolore parla per me”.