Qualche schiarita è arrivata, ma l’incertezza sul futuro regna ancora sovrana. Per Stellantis e la sua produzione in Italia lo scenario, seppur meno catastrofico di pochi giorni fa, è ancora incerto. Ma intanto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, esulta assicurando che entro un mese verrà siglato l’accordo con l’azienda.
In occasione dei tavoli ministeriali sugli impianti di Pomigliano d’Arco e Cassino, il ministro assicura che “siamo sulla strada giusta per chiudere un accordo di sviluppo” e firmare l’intesa “entro giugno”. Per Urso “è cambiato il clima” con Stellantis e si è invertita la rotta, anche se le ultime battutine del ceo del gruppo, Carlos Tavares, non sembrano avvicinare più di tanto le posizioni.
Qualche schiarita
Il ministro, però, esulta sostenendo che la pressione sull’azienda abbia portato risultati, sia sulla produzione negli stabilimenti italiani sia sulle indicazioni dei prodotti realizzati all’estero. Eppure solo poche ore prima, dopo i casi Topolino e Milano, Tavares ha ironizzato sulla Lancia Ypislon: “In Grecia saranno contenti del nome”. Una frecciatina a Urso che non fa pensare a un clima così sereno come dice il ministro. Che intanto punta a chiudere l’accordo a Palazzo Chigi, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Lunedì Tavares, incontrando i sindacati, aveva dato qualche buona notizia, a partire dall’annuncio di un nuovo modello ibrido della Fiat 500 da produrre a Mirafiori dal 2026 e l’aumento della produzione dello stabilimento torinese (dopo il dimezzamento del primo trimestre di quest’anno).
Le incognite sul futuro di Stellantis in Italia
I problemi, però, restano. A partire da quelli sulla produzione, in costante calo: lo scorso anno si è arrivati a circa 750mila unità ma nel 2024 la cifra è destinata a scendere, senza nuovi modelli per gli stabilimenti italiani. Si punta, comunque, a raggiungere il milione di veicoli nel 2030, sia per Stellantis che per il governo. Sperando che Tavares confermi l’annuncio di nuovi ingressi in fabbrica con tanto di ricambio generazionale.
Anche l’incontro di ieri al ministero, peraltro, non ha convinto Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil: la convocazione a Chigi può essere un passato avanti ma ci sono ancora “tanti tasselli da definire e tante garanzie e impegni che Stellantis si deve assumere in termini di volumi produttivi e non solo”. A Cassino e Pomigliano i problemi restano: “Non sono arrivate le risposte che volevamo”.
A Pomigliano, per esempio, non sono previsti modelli elettrici e regna l’incertezza, mentre a Cassino ce ne sarà uno nuovo ma ancora non si sa quale. E inoltre si tratta di “modelli di lusso e costosi”, con il rischio di una domanda scarsa in Italia. Più in generale, il piano di esodi incentivati resta in diversi stabilimenti e non si come Stellantis voglia raggiungere il milione di veicoli e come suddividerli nei vari siti italiani.